La notizia di una nuova indagine per il reato di ‘falso in prospetto’ su Pierluigi Boschi era stata data in esclusiva già due giorni fa dal quotidiano La Verità. Ma la conferma, almeno sui maggiori organi di stampa, si è avuta solo in queste ore. E così, il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, si ritrova al centro di una bufera politico-mediatica per aver omesso questo ‘piccolo dettaglio’ durante l’audizione della commissione parlamentare sulle banche presieduta da Pier Ferdinando Casini, avvenuta giovedì scorso. Certo, Rossi aveva spiegato che babbo Boschi era uscito dall’inchiesta per bancarotta fraudolenta che grava su altri ex membri del cda di Banca Etruria, ma non aveva parlato di nuovi reati perché, a suo dire, non interpellato sul fatto specifico.

Tesi confermata in una lettera spedita poche ore fa da Rossi allo stesso Casini. Sulla spinosa vicenda sono già piovute però pesanti reazioni politiche, come quelle di Andrea Augello, di Matteo Salvini, del M5S, ma soprattutto, si è abbattuta l’ira dei risparmiatori truffati da Banca Eturia, rappresentati dall’Associazione Vittime del Salvabanche.

L’indagine su Boschi

Dunque, secondo notizie confermate, Pierluigi Boschi è indagato dalla procura di Arezzo per il reato di falso in prospetto. Definizione che ai più potrebbe non significare nulla, ma che nasconde il comportamento socialmente molto pericoloso, che è anche un reato punito dal codice penale, di consigliare e vendere obbligazioni subordinate alla clientela retail (i piccoli risparmiatori) senza avvertirli (omettendo al contempo di informare la Consob) degli enormi rischi finanziari che si corrono nel sottoscrivere obbligazioni così volatili sul mercato.

Ed è proprio quello che i magistrati aretini starebbero contestando al padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Maria Elena Boschi, per anni ai vertici di Banca Etruria.

Le presunte omissioni di Rossi

Ma perché Roberto Rossi è finito sommerso da critiche e accuse?. In pratica, il magistrato, audito in commissione anche sul ruolo di Boschi nella bancarotta di Banca Etruria, aveva scagionato l’ex vicepresidente perché, all’epoca della creazione del buco di bilancio (2007-2010), non faceva ancora parte del consiglio di amministrazione della banca aretina, poi ‘salvata’ nel 2015 dal governo Renzi.

Rossi, però, che ricordiamolo è stato consulente dello stesso esecutivo appena citato, si è guardato bene dal citare la nuova indagine su babbo Boschi, permettendo così al Pd di poter rivendicare pubblicamente l’innocenza del ‘banchiere di famiglia’ e l’ingiusta gogna mediatica a cui sarebbe stato sottoposto. Al fine di discolparsi, Rossi diffonde la versione, anche attraverso una lettera indirizzata a Casini, che quella domanda su eventuali nuove indagini su Boschi (esclusa quella per bancarotta) non gli è stata semplicemente posta.

E, quindi, non era tenuto a riferire altri particolari.

Le reazioni politiche

Risposta di Rossi che, naturalmente, viene considerata evasiva e poco esauriente dalle opposizioni. Una volta che la procura di Arezzo avrà confermato ufficialmente la notizia sulla nuova indagine su Boschi, fa sapere il senatore di Idea Andrea Augello, membro della commissione, “il procuratore Rossi va riascoltato in audizione testimoniale” perché, aggiunge, “c’è un problema di rapporti tra la magistratura e il parlamento”. Augello invoca anche l’eventuale intervento disciplinare del Csm contro Rossi se venissero accertate le sue reticenze durante la testimonianza in commissione. Ancora più duro Matteo Salvini che, quasi telegrafico, chiede una immediata ispezione alla procura di Arezzo e le dimissioni di Maria Elena Boschi per evidente conflitto di interessi.

Il M5S sottolinea, invece, l’ingiustificata esultanza renziana degli scorsi giorni.

La rabbia dei risparmiatori

Quello che più spaventa politicamente il Pd è la reazione dei piccoli risparmiatori lasciati sul lastrico dai recenti e rovinosi crack bancari, tra cui quelli di Mps e Banca Etruria appunto. A parlare in rappresentanza delle vittime delle truffe bancarie è oggi Letizia Giorgianni, fondatrice e presidente dell’Associazione Vittime del Salvabanche. Facendo riferimento all’audizione in commissione banche proprio dei risparmiatori, prevista per giovedì prossimo, la Giorgianni ha dichiarato che si parlerà “di quello che è successo dopo il fallimento della banca (Etruria ndr), compresa l’ipersvalutazione dei crediti deteriorati che ha danneggiato moltissimo i risparmiatori”. Secondo la Giorgianni “se la svalutazione fosse stata più equa si sarebbero potuti salvare almeno gli obbligazionisti subordinati”.