Punto e a capo, ripartono le indagini sulla morte della stilista 37enne Carlotta Benusiglio, trovata impiccata con una sciarpa, ad un albero di un parchetto in piazza Napoli a Milano, il 31 maggio 2016. Nelle mire del Pubblico Ministero Gianfranco Gallo c'è il fidanzato di Carlotta, Marco Venturi, 41 anni che ora è indagato per omicidio volontario aggravato, dopo esserlo stato per istigazione al suicidio.

Eppure dopo sei mesi di indagini, la Procura era orientata ad archiviare il caso come suicidio e solo grazie alla caparbietà della famiglia di Carlotta Benusiglio, la vicenda non è stata chiusa.

Sopratutto la sorella della stilista , Giorgia Benusiglio 33 anni ,testimonial anti ecstasy. A 17 anni ha rischiato di morire per una pillola. Salvata da un trapianto di fegato, gira l'Italia per fare campagne contro le droghe. In un'intervista rilasciata a Repubblica, pochi giorni dopo la morte della sorella, descrive Carlotta "Un'artista, con mille progetti: aveva lanciato la sua linea di abiti... non amava apparire. Per questo un suicidio in pubblico non ci sembra possibile...”.

Le ragioni della Procura. Perchè archiviare il caso

La prima autopsia ha accertato uno strangolamento per impiccagione senza alcun segno di lesioni o colluttazione e quindi dell'intervento di terzi. C'è inoltre un video di quella notte, registrato dalle telecamere di sorveglianza del locale in cui aveva trascorso la serata che riprendono la Benusiglio allontanarsi da sola alle ore 3.39.

Le ragioni della famiglia. Perché no al suicidio

I piedi di Carlotta, appesa ad un albero, praticamente toccavano per terra. In casa della stilista vi era un soppalco che avrebbe potuto essere utilizzato allo scopo del suicidio. La donna aveva un appuntamento - il giorno del decesso - con una amica residente all'estero che non vedeva da 6 anni.

La relazione con il fidanzato era complicata. A causa sua Carlotta era stata ricoverata diverse volte al pronto soccorso per lesioni. Tanto che la stilista lo aveva anche denunciato per gli abusi. Questo è quello che spiega la sorella Giorgia.

La svolta

Per confutare le osservazioni fatte dai legali della famiglia Benusiglio, la Procura di Milano aveva deciso di ricostruire la dinamica della morte di Carlotta con una simulazione.

Così i giardinetti di piazza Napoli, lo scorso agosto, erano stati recintati per simulare la scena. Un manichino dello stesso peso della donna, appeso allo stesso albero. Stessa posizione, cronologia dei presunti movimenti dal suo appartamento. Ricostruite anche le condizioni di luce, e tutta la scena è stata fotografata e ripresa. Ancora non è chiaro quali siano gli elementi che abbiano fatto cambiare idea agli inquirenti che mantengono uno stretto riserbo. Sicuramente a sufficienza per decidere la riesumazione del corpo . Infatti il prossimo 3 gennaio è stata fissata l'udienza per la nomina del consulente che si occuperà del caso.