Tra le poche parole riferite agli inquirenti sul delitto del figlio, di cui si è autoaccusato il 27enne macedone residente a Cupramontana (Ancona), compare anche una confusa ricostruzione del movente della tragedia. Il bambino di 5 anni morto in casa sarebbe stato ucciso nell'auto del genitore, parcheggiata davanti all'abitazione in cui, poco dopo, avrebbero fatto ingresso i soccorsi che nulla hanno potuto fare per salvare il minore.

'Non ero io', dice Besart Imeri, il padre reo confesso che avrebbe ucciso il figlio, il 4 gennaio scorso, strozzandolo.

Durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, nel carcere di Montacuto, avrebbe dichiarato di aver agito perché preda di una entità soprannaturale, 'posseduto da qualcosa'. Una versione che potrebbe rimandare al pregresso stato psichico del 27enne, che pare fosse affetto da una forte depressione con importanti crisi d'umore. I genitori del bambino deceduto hanno un altro figlio, e un terzo in arrivo. La madre del minore è ancora sotto shock dopo l'accaduto. Sarebbe stata lei a chiamare i soccorsi in quei concitati minuti a margine del gesto.

Disposto l'esame autoptico sul corpo del piccolo, fissato per il 9 gennaio 2018 presso gli Ospedali Riuniti di Ancona. L'uomo avrebbe ucciso il figlio appena salito in auto con lui per una passeggiata.

Il suo legale ha presentato istanza di trasferimento in una struttura specializzata per patologie mentali. Il gip ha respinto la richiesta e la difesa non esclude l'ipotesi di chiedere una perizia psichiatrica. Dal racconto fatto dal 27enne non sarebbero emerse particolari criticità nei rapporti familiari, ma soltanto un'accentuata percezione del disagio vissuto a causa del malessere interiore e della perdita del lavoro.

L'uomo, sempre secondo le ricostruzioni finora emerse, sarebbe stato in cura presso l'ospedale di Jesi proprio per la depressione.

La prima confessione dell'uomo era arrivata durante l'interrogatorio fiume avvenuto poche ore dopo il ritrovamento del bambino. Non è ancora chiaro se il 27enne fosse uscito di casa già con l'intenzione di far del male al piccolo.

Su tutti questi aspetti potrebbe arrivare maggiore chiarezza nel corso dei prossimi giorni. La madre del bambino si trova ancora ricoverata a Jedi, provata dal dramma. Le condizioni della donna sono attentamente monitorate dai medici, ma sarebbero buone, così come quelle del bambino che nascerà tra pochi mesi.