Se qualcuno si chiedesse se, oggi come oggi, esistono ancora città-fantasma, e non sto parlando dell'Africa o di qualche isola abbandonata, ma dei fiorenti Usa e di una delle zone più popolate, gli stati cioè della costa orientale, ebbene sì, esistono ancora e basterebbe fare un giretto fino alla Città, o meglio ex - città, di centralia in Pennsylvania per rendersene pienamente conto.

E senza partire e andare fin là, basta entrare in GoogleMap, digitare Centralia, Pennsylvania, inserire la navigazione satellitare e vedere in lento avvicinamento prima qualcosa di indistinto, poi, una griglia perfetta di strade che si incastrano ad angolo retto di cui si possono leggere chiaramente i nomi, come per esempio Centre Street o Troutwine Street, ed infine il nulla, strade cioè che portano a niente, spazi vuoti e un po' inquietanti dove qualche decennio fa, come testimoniano le fotografie, c'erano case, benzinai, negozi.

Cos'è successo? E' legittimo chiederselo perché pare di assistere a qualche scena di film di fantascienza o viaggio temporale: qualcosa che c'era, è sparito e la cosa non sembra possibile.

Semplicemente, in Pennsylvania, come nella vicina West Virginia siamo nel pieno della zona mineraria americana e per la precisione in quella del carbone: queste terre sono state scavate, vuotate, setacciate dalle profondità alla superficie per l'estrazione del prezioso combustibile, ma poi esso è diventato obsoleto e sporco, inquinante al massimo grado o semplicemente troppo profondo per esserne ancora conveniente l'estrazione e di conseguenza, le miniere poco per volta sono state chiuse e abbandonate e le città si sono vuotate.

Ma all'interno di questa, quella di Centralia è ancora diversa e più particolare. Un tempo Centralia contava più di 1000 persone, era una cittadina mineraria, mentre oggi gli abitanti sono esattamente 6, eppure a guardar bene anche su GoogleMap si vede una zona dove c'è un edificio che sembra bello, curato e soprattutto frequentato.

L'edificio - curato, bianco e blu - che sembra davvero un'oasi in un deserto, è la Chiesa Cattolica Ucraina di Centralia e, anche se i suoi fedeli si sono allontanati per sopravvivere, essa è rimasta e fiorisce.

Centralia è bruciata dal basso

Il 27 maggio 1962 è stato il giorno di svolta per Centralia: una miniera di carbone, tra quelle più vicine alla superficie cominciò a bruciare e il fuoco si diffuse verso le gallerie più in basso.

Ancora oggi, ci si chiede come sia potuta succedere una cosa del genere, forse uno dei disastri ambientali meno conosciuti della storia: ormai, dopo indagini e accertamenti che hanno raccolto prove, testimonianze e anche pettegolezzi e voci di corridoio, sembra che siano stati dei lavoratori che, dando fuoco ad una vicina discarica, abbiano provocato lo scatenarsi delle fiamme: ancora una volta stupidità o meglio superficialità e incuria umana.

Fu fatto tutto il possibile all'epoca: in particolare il Governo spese circa 7 miliardi di dollari per cercare di fermare l'incendio e risolvere la situazione, ma non ci fu nulla da fare. Così, al Governo non rimase che decretare lo stato d'emergenza e pagare di propria tasca, la bellezza di 42 milioni di dollari per l'evacuazione della zona e il trasferimento degli abitanti.

Ma uno di essi, trasferitosi nella vicina Numidia, continuò regolarmente a venire alla chiesa bianca e blu, legato ad essa dalla storia personale e familiare: tutti i suoi erano stati battezzati in quella chiesa e il legame era troppo forte per abbandonarla.

Molte chiese che si trovano in città popolose sono vuote e lasciano intravedere i segni dell'abbandono anche nella trascuratezza degli edifici, ma la Chiesa Cattolica dell'Assunzione della Beata Vergine Maria non ha affatto l'aspetto di un fantasma, ma di un corpo che vive, e bene. Una chiesa in un posto senza persone deve avere una base, delle fondamenta solide per sopravvivere e la famiglia di questo cittadino di Centralia è proprio questa base, solida e consistente.

Ed insieme alla sua ci sono altre famiglie che hanno mantenuto i rapporti, l'amore, la volontà di tener viva la chiesa.

Quando cominciò l'incendio, a Centralia esistevano 5 chiese, ma scomparvero tutte una ad una, oggi rimane questa: anch'essa doveva essere abbattuta, ma l'arcivescovo della zona chiese di procedere con un sondaggio geologico per controllare cosa ci fosse sotto la chiesa all'interno della collina e quindi, capire se fosse necessario l'abbattimento. Così i geologi hanno trovato roccia solida e compatta, non carbone, e l'ordine fu di lasciar sopravvivere la chiesa, che venne affidata ad alcune famiglie che si incaricarono della manutenzione e della sorveglianza.

Nel 2015 la chiesa fu visitata dal capo della Chiesa Cattolica di Ucraina durante un suo tour negli Usa ed egli rimase impressionato da quanto era successo a Centralia e alla sua chiesa, tanto da decretarla punto di pellegrinaggio, come testimonia la lettera incorniciata e appesa al suo interno. Da allora sono stati parecchi i pellegrinaggi verso quella che ormai viene definita "un miracolo della fede", un intervento concreto della mano di Dio.