Si torna a parlare del clan spada e di quello che le indagini condotte dagli inquirenti hanno portato a galla grazie ad un'attenta e minuziosa attività investigativa delle forze dell'ordine ed alle dichiarazione dei collaboratori di giustizia. Svariate e gravi sono le accuse nei confronti delle 32 persone arrestate che secondo gli inquirenti sarebbero riusciti a dominare per decenni il litorale romano. Oggi, grazie a delle indiscrezioni trapelate attraverso le intercettazioni effettuate dalle forze dell'ordine e presenti nell'ordinanza emessa nei confronti degli Spada, viene fuori che anche la sede del Partito Democratico di ostia è stata coinvolta nei traffici illeciti della mafia locale.
La sede del Pd di Ostia pagava il pizzo agli Spada
La notizia inerente alle intercettazioni ed alle dichiarazioni dei pentiti sul conto degli Spada non lasciano spazio ad interpretazioni diverse, sarebbe stato lo stesso collaboratore di giustizia Michael Cardoni a confermare che la sede del Partito Democratico aveva contatti con il Clan Spada e che avrebbero accettato in silenzio, il pagamento del pizzo per stare tranquilli. Era il 28 gennaio 2016 quando Cardoni, nipote del defunto Giovanni Galleoni, a capo dell’omonima organizzazione fino al 2011 fino a quando venne ucciso, riferiva che anche la sede del Pd di via Antonio Forni pagava il pizzo a suo zio, ricostruendo cartina alla mano, la storia e gli affari del Clan.
La sede del Pd di Ostia solo poco tempo addietro era entrata in pieno nello scandalo denominato "affittopoli", scatenando la forte reazione dell'allora commissario del partito, Stefano Esposito.
Le gravissime accuse mosse nei confronti dei 32 arrestati
Accuse molto gravi per i membri del clan da parte del Gip del tribunale di Roma Simonetta D’Alessandro su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, tra cui omicidio, usura, traffico e spaccio di stupefacenti, estorsione.
Senza tralasciare l'associazione a delinquere e le accuse mosse dopo aver accertato che il Clan Spada aveva il monopolio del controllo degli appalti e servizi pubblici, del decimo municipio di Roma grazie ad un'opera definita persuasiva e minatoria che ha provocato un sistema di impunità nei loro confronti. Tra i destinatari del provvedimento emesso dalla DDA di Roma c'è anche Roberto Spada, già in carcere a seguito dell'aggressione nei confronti del giornalista del Tg2 Nemo, Daniele Piervincenzi, che nell'occasione fu colpito da una testata in pieno volto da Spada, durante la sua intervista.