Non solo storie d'amore fra personaggi del mondo dello spettacolo a farla da padrona fra le notizie di cronaca, in questa circostanza per merito dell'amore sbocciato fra un paziente con un'avanzata insufficienza renale e la sua infermiera. Da tempo l'uomo svolgeva regolari cure di dialisi con la speranza di poter a breve dire addio al suo problema di salute. Un calvario durato ben 5 anni, dopo i quali Giacomo ha ricevuto il rene necessario per vivere proprio dall'infermiera Cinzia, conosciuta anni prima al nosocomio. Sì perchè il signor Schinasi si recava un giorno si ed un giorno no in ospedale, in particolare nel reparto di dialisi, proprio dove lavorava Cinzia che essendosi innamorata del suo paziente ha poi deciso di donargli un rene, ovviamente dopo aver accertato la percentuale di compatibilità pari al 99%.

La promessa d'amore

Dopo aver detto addio ai problemi di salute, i due innamorati si sono sposati in quel di Pisa. Come riportato dai media, Cinza ha in più occasioni raccontato i primi passi della conoscenza con Giacomo, un uomo preoccupato dal suo stato di salute sin dai primi momenti della scoperta del suo problema. Un amore a prima vista mantenuto in segreto per non alterare il ruolo di paziente ed infermiera. Detto ciò, poco dopo Giacomo ha avuto necessità di un Trapianto, ed è stata proprio la stessa Cinza a proporsi al controllo per la compatibilità. L'esito positivo ha spinto cosi Cinza ad offrirsi come donatrice.

Operazione andata bene, ma 12 mesi dopo il corpo di Giacomo ha rigettato il rene, costringendolo nuovamente alle cure di dialisi permanente: in queste però l'uomo sarà accompagnato dalla moglie conosciuta proprio grazie al problema di salute.

La delusione dopo il trapianto del rene

Aver un rene di un altro soggetto non è un'operazione dalla sicura riuscita visto che si deve espiantarlo da una persona sana e darlo al paziente bisognoso. Si ricorre a tale pratica solo in presenza di insufficienza renale grave ed in stato avanzato. Essere sottoposto a dialisi significa esser di continuo all'ospedale.

Indubbiamente la compatibilità è necessaria ma non è garanzia di un buon risultato, proprio perchè il corpo a distanza di tempo può espellere il "corpo" da lui ritenuto 'estraneo'. Come avvenuto a Giacomo e Cinzia, nonostante l'affinità al 99%, il rigetto è stato non immediato, confermando gli studi conosciuti che rivelano come il processo di riconoscimento da parte del sistema immunitario, che pensa di combattere l'organo perché ritiene estraneo e quindi per evitare un contagio dannoso, può durare per anni, uno nel caso di Giacomo.