Le dichiarazioni sul tema vaccini, rilasciate in questi ultimi giorni dal leader del M5S Luigi Di Maio e da quello della Lega Matteo Salvini, hanno fatto andare su tutte le furie Roberto Burioni. Il medico, notoriamente difensore della necessità dei vaccini, divenuto famoso per essere autore del libro ‘La congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica’, scrive due post su Facebook in cui attacca apertamente la posizione del duo Salvini-Di Maio, favorevoli alla modifica della legge Lorenzin che impone l’obbligo di 10 vaccini per i bambini italiani.

Burioni contro Salvini

Matteo Salvini, ospite questa mattina della trasmissione di La7 L’aria che tira - ribadendo la sua posizione contraria alla legge voluta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che impone l’obbligo di 10 vaccini obbligatori per i bambini da 0 a 6 anni - ha dichiarato che “ci sono migliaia di bambini che non sono in grado di sostenere 10 vaccini contemporaneamente”. Parole che hanno fatto sussultare il medico Burioni che le ha bollate subito come “scemenza antivaccinista” basata sulla teoria del “sovraccarico immunologico”. Secondo Burioni, infatti, l’idea che un “sistema immune” possa venir sovraccaricato da 10 vaccini equivarrebbe ad affermare che si possa “sovraccaricare un ponte autostradale con una colonia di formiche”.

Il medico vaccinista bacchetta Salvini anche per aver affermato che in nessun paese del mondo esistono così tanti vaccini obbligatori, citando a questo proposito il caso della Francia, dove invece i vaccini sarebbero ben 11. Poi, si rivolge ai potenziali elettori della Lega invitandoli a riflettere sul fatto che il loro futuro leader è “una persona che sostiene teorie antiscentifiche”.

Burioni contro Di Maio

Stesse critiche al vetriolo Roberto Burioni le riserva, poche ore dopo, a Luigi Di Maio. Il candidato premier del M5S, ospite questa mattina della trasmissione radiofonica Rai Un giorno da pecora, aveva detto che, in caso di governo pentastellato, la legge Lorenzin verrebbe cambiata. “Noi siamo a favore della raccomandazione dei vaccini e per l’obbligo - queste le parole di Di Maio - ma come era inteso prima del decreto Lorenzin”.

Apriti cielo, perché Burioni si dice subito contrario all’abrogazione di una legge che “funziona”, ironizzando sul fatto che già l’Italia si trova al quinto posto “nella classifica mondiale dei casi di morbillo” e, se la situazione dovesse peggiorare, nemmeno gli immigrati vorrebbero più venire nel nostro paese “per paura di prendere malattie”.