Un tempo la fatturazione delle bollette telefoniche era mensile, poi improvvisamente ebbe cadenza ogni 28 giorni. Questo ha permesso alle varie compagnie telefoniche come Tim, Vodafone, Wind e Tre di ottenere 13 fatture annuali anziché 12. Togliendo infatti 2-3 giorni al mese per ogni mese dell'anno non si fa altro che versare una fattura in più annualmente. Molte sono state le lamentele dei consumatori, ed il parlamento stesso si è mosso in favore di questi ultimi, riportando attraverso la legge 172/2017 la fatturazione telefonica ad un ciclo di 30 giorni.

Successivamente ogni cliente ha ricevuto un messaggio dal proprio gestore telefonico il quale lo avvisava che dal 4 aprile, data stabilita per legge, la fatturazione passerà dai 28 ai 30 giorni. Ma lo stesso messaggio informa che, nonostante la tariffazione annuale rimanga invariata, mensilmente ci sarà un aumento del 8,6%. È stato proprio questo messaggio ad aver allertato nuovamente l'Agicom (l'Agenzia delle comunicazioni, garante della concorrenza), la quale ha notato che l'aumento è avvenuto contemporaneamente tra tutti i gestori.

L'Agcom dà il via per l'apertura di un'istruttoria

L'Agcom ha dato dunque il via ad un'istruttoria su Vodafone, Fastweb, Wind Tre, Tim e Assotelecomunicazioni (associazione che rappresenta tutti gli operatori del settore) per capire cosa stia succedendo, visti gli aumenti uguali da parte dei vari gestori.

Era stata proprio l'Agcom, come spiegato già in precedenza, ad intervenire per prima imponendo la fatturazione mensile. Successivamente il Tar del Lazio ha respinto il ricorso da parte dei gestori telefonici, ma ha anche sospeso eventuali rimborsi. Allo stesso modo anche la politica si è mossa in favore dei consumatori attraverso una nuova legge, imponendo per obbligo la fatturazione mensile per telefoni e pay-tv.

Fatta la legge e trovato l'inganno dunque, visto che i gestori si stanno adeguando si per passare alla fatturazione mensile, ma aumentando la quota versata dall'utente. Così facendo le differenze tra le 12 e 13 mensilità vengono equiparate. Da qui l'avvio da parte dell'Antitrust e i controlli nei vari uffici dei gestori da parte della guardia di finanza. L'autorità rileva che i vari gestori sospettati hanno dato comunicazione quasi contestualmente di voler lasciare invariata, attraverso l'aumento, la somma che già preesisteva.

Oltre a questo, ci sarebbe anche una collaborazione tra i vari gestori affinché sia limitata la possibilità da parte dei clienti di beneficiare del confronto concorrenziale e limitando quindi la loro scelta di recessione dal contratto. L'Autorità non esclude la probabilità che questa intesa si sia originata già quando si è passati ad una fatturazione ogni 4 settimane.

Ad oggi le associazioni dei consumatori esultano, ma Vodafone, Tim, Wind Tre e Assotelecomunicazioni respingono ogni accusa e affermano di aver agito secondo quanto stabilito nei limiti della legge. Intanto proseguono i controlli all'interno delle principali sedi degli operatori telefonici e di Assotelecomunicazioni da parte dell'antitrust della GdF.