Una nuova inchiesta giornalistica torna a far tremare il mondo della Moda. Già nei mesi scorsi alcuni importanti fotografi erano finiti nell’occhio del ciclone. Il primo era stato il geniale Terry Richardson, attaccato per i suoi comportamenti poco professionali, spesso sfociati in veri e propri abusi nei confronti di alcune Modelle dei suoi celebri scatti. Poi era stata la volta di Bruce Weber e Mario Testino, accusati di molestie sessuali da decine di uomini in un’inchiesta sviluppata dal New York Times. Con le ultime rivelazioni del Boston Globe lo scandalo si allarga a macchia d’olio: le testimonianze di 50 persone si sono trasformate in un lungo racconto di tutto il marcio che esiste dietro le passerelle, che ha coinvolto almeno 25 personalità di spicco tra fotografi e stilisti.

I nomi degli accusati più celebri

Tra i nomi più celebri quello di Patrick Demarchelier, fotografo 74enne, celebre per essere stato in passato il ritrattista di fiducia della principessa Diana. Ma la lista dei personaggi chiamati in causa è lunga ed annovera tra gli altri i fotografi Seth Sabal, David Bellemere, Greg Kadel e Andre Passos, oltre allo stilista Karl Templer. Le donne, ma anche alcuni uomini intervistati, hanno ricostruito in modo credibile, spesso con accuse specifiche, un vero e proprio sistema che tollerava e nascondeva le molestie. I resoconti sono stati accuratamente verificati, ascoltando testimoni e acquisendo documenti ed e-mail che proverebbero gli abusi. Sono così venuti alla luce diversi casi di veri e propri “predatori seriali”, nomi ripetuti più volte da diverse vittime, che avrebbero rovinato la vita a decine di persone.

Un ambiente di lavoro poco protetto

Molti degli intervistati hanno poi sottolineato l’assenza di qualsiasi forma di protezione di tipo legale in un campo nel quale spesso sono impiegati ragazzi molto giovani; a questo punto risulta indispensabile un cambiamento che permetta di rendere più sicuro l’intero ambiente della moda.

Non si è fatta attendere la risposta di chi è stato chiamato in causa: tutti hanno difeso il proprio operato, respingendo ogni addebito. In tanti hanno sottolineato come l’anonimato di chi ha lanciato le accuse – l’identità delle vittime che hanno parlato è stata tenuta nascosta – renda impossibile una qualsivoglia difesa. Altri hanno ammesso i rapporti, aggiungendo però che sarebbero stati consensuali.

Secondo altri ancora potrebbe trattarsi solo di un grande equivoco, con le modelle che hanno male interpretato tutti quei contatti fisici indispensabili in un set, ad esempio per preparare una posa. Al di là delle giustificazioni degli interessati, è indubbio che questa nuova tempesta stia già provocando degli effetti: ad esempio la casa editrice Condé Nast ha interrotto i rapporti di lavoro con Demarchelier e Kadel, che sarebbe stato scaricato anche dal marchio Victoria Secret.