Nel primo pomeriggio del 7 febbraio, un'esplosione con conseguente incendio in un silos di solventi ha scatenato un vero inferno di fuoco, gas e fumo nella citttadina di Bulgarograsso, vicino a Como, in un'azienda che si occupa di rifiuti speciali, precisamente la Ecosfera s.r.l. Il silos in questione è uno dei dodici serbatoi verticali contenenti solventi chimici e la sua esplosione ha prodotto un tale boato che è stato sentito a chilometri di distanza con un conseguente spostamento d'aria che ha rotto molti vetri nella zona, ha spaventato la popolazione ed ha immediatamente prodotto una nube di fumo nero che si è innalzata altissima.

Uno dei due silos esplosi è stato completamente sradicato e scagliato con una violenza incredibile, rovinando sulle macchine del piazzale antistante l'azienda ed è stata una vera fortuna che non abbia provocato vittime.

Mentre i pompieri intervenivano e riuscivano a domare dopo ore l'incendio, veniva subito allertata l'AREU, l'Azienda Regionale Emergenza Urgenza, l'azienda sanitaria della Regione Lombardia per gli interventi immediati sul territorio, anche perchè si temeva la dispersione sul territorio di sostanza tossiche.

L'esplosione: ore 13,56 del 7 Febbraio

Poco prima delle 14 del 7 febbraio, per motivi ancora in fase di accertamento, sono esplosi due serbatoi di 30 metri cubi l'uno contenenti acetone e acetato di etilene ancora in lavorazione: l'Ecosfera si occupa di rifiuti speciali, di recupero rifiuti e di trattamento di solventi e sorge proprio alle porte del paesino del Comasco.

Il bilancio finale dell'esplosione è di 33 feriti, esattamente tutti i dipendenti dell'azienda, di cui 3 gravi, mentre la paura forte è stata che si stessero propagando per chilometri gas tossici incontrollabili. I feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Varese, Como, Lecco e Legnano: solo tre erano in codice rosso, non tanto per l'inalazione di sostanze tossiche quanto per essere stati colpiti dai detriti scagliati con violenza.

Al Pronto Soccorso si sono presentate anche persone che si trovavano in zona e che hanno lamentato eruzioni sulla pelle e soprattutto problemi di irritazione all'apparato respiratorio.

L'AREU ha subito fatto intervenire l'Unità di decontaminazione per rischio chimico che ha ordinato l'immediata evacuazione delle quattro abitazioni più vicine.

In contemporanea, una squadra di tenici dell'Arpa (Azienda Regionale Protezione Ambientale) di Como si è preoccupata di effettuare controlli sull'aria e di gestire lo smaltimento delle acque di spegnimento.

Gli interventi

Gli interventi non solo dalla vicina Como sono stati da subito massicci e certo hanno contribuito a chiarire la situazione e ad evitare che ci fossero conseguenze peggiori: 13 mezzi con 35 Vigili del Fuoco, molte ambulanze e l'elisoccorso con una trentina di operatori sanitari con varie qualifiche, Carabinieri e Polizia, mentre il coordinamento generale era affidato al Centro Operativo della Protezione Civile.

E' stata chiamata anche l'ATS Insubria, l'Agenzia di Tutela della Salute pubblica dell'Insubria con sede a Varese che ha collaborato con l'Arpa: l'Ats si occupa in particolare della ricostruzione dell'incidente, ma la cosa che è stata subito evidenziata è che per una fortunata circostanza, l'esplosione si è incanalata verso l'alto e non in orizzontale perchè in tal caso il volume dell'esplosione si sarebbe amplificato in modo incredibile e pericolosissimo.

Dai primi rilevamenti, l'Arpa ha cercato di tranquillizzare la popolazione con un comunicato affidato al Sindaco di Bulgarograsso: "Le rilevazioni dei tecnici di Arpa Lombardia hanno stabilito che non ci sono sostanze tossiche disperse e non sussistono, al momento, rischi per la popolazione".

I Social

Come succede ormai in casi del genere, i Social diventano fondamentali per monitorare quanto successo e soprattutto quanto percepito dalla popolazione: sia su Facebook che su Twitter, pochi minuti dopo, si leggevano commenti preoccupanti e preoccupati.

Si parlava di "un botto tremendo", di "colonne di fumo", addirittura che "sembrava il terremoto, tremavano non solo i vetri, ma anche i muri".

Incidenti sul lavoro

Sono passati 39 giorni dall'inizio del 2018 e siamo di fronte già ad un secondo incidente sul lavoro dopo l'ancor più grave del 16 Gennaio alla Lamina di Milano (produzione di acciaio e titanio) che è costato la vita addirittura a quattro operai: essi stavano svolgendo operazioni dette "di routine", effettuando cioè la pulizia di un forno posto a due metri sotto terra, quando sono svenuti per inalazioni di sostanze tossiche.

I dati diffusi dall'Inail nel Novembre 2017 hanno stabilito che gli infortuni sul lavoro della Regione Lombardia sono aumentati del 2,1% rispetto ai dati 2016. Tra le province lombarde, il record negativo spetta a Milano con ben 29060 casi, cresciuti del 3,8% rispetto all'anno precedente. Preoccupati in particolare, i Sindacati lombardi che hanno chiesto interventi di prevenzione massicci.