Un quindicenne di crema (Cremona), ha ricevuto ieri il decreto dal giudice di allontanamento dalla sua famiglia per essere mandato in Comunità. Il ragazzo era così dipendente dai Videogiochi che giocava tutta la notte e la mattina non ce la faceva ad andare a scuola perché si addormentava. La madre aveva provato più alternative chiedendo aiuto ai servizi sociali, il quindicenne è stato mandato da uno psicologo, e ha anche consegnato spontaneamente la console alla madre quando ha saputo della possibilità dell'allontanamento da casa.

Questo però non è bastato per interrompere il circolo vizioso della dipendenza che ha portato alla decisione finale del giudice al suo allontanamento e la convocazione presso il centro assistenza.

I videogiochi: una dipendenza moderna

Se ne parla da pochi anni ma ha già riscontrato una notevole rilevanza l'effetto che ha a livello cognitivo e comportamentale il gioco online su di noi e sul nostro cervello. Alcuni studiosi suggeriscono che quando le persone affette da IGD - Disturbo da Gioco su Internet - sono immerse nei giochi su Internet, alcuni percorsi nel loro cervello sono innescati direttamente e con la stessa intensità di un tossicodipendente quando assume la sostanza, sollecitando i centri del piacere e della ricompensa e portando, all'estremo, a un comportamento di dipendenza.

Principalmente la dipendenza nasce dal tentativo di controllare l’unica realtà che è davvero manipolabile, ovvero la realtà virtuale del gioco; realtà che arriva persino ad essere scambiata con quella fuori dal gioco.

Il soggetto tende sempre più ad identificarsi con il personaggio del videogioco, immedesimandosi in un mondo che può prendere velocemente il posto di quello reale.

All'interno della malattia

Nel DSM-V - un manuale diagnostico dei disturbi mentali - il disturbo da gioco su Internet si manisfesta con delle sintomatologie analoghe a quelle dei soggetti che abusano di sostanze stupefacenti: troviamo da una parte alti livelli di tolleranza, ovvero il soggetto tende ad aumentare progressivamente le “dosi” di tempo passato a giocare arrivando fino a 8-10 ore al giorno con una media di 30 ore settimanali - quante le ore settimanali di lezione in un liceo.

Allo stesso tempo troviamo una forte astinenza nel momento in cui si impedisce al soggetto di giocare, con delle manifestazioni sintomatiche psico-fisiche che possono andare dall'irrequietezza, aggressività, disturbi del sonno e dell'umore fino a pensieri ossessivi per il videogioco. Spesso rimangono senza cibo o sonno per lunghi periodi e trascurano i normali doveri come la scuola, il lavoro o gli impegni familiari.

C'è un effetto lesivo sia nella sfera intra-personale, che inter-personale.

Se dall'astinenza dal gioco possono derivare tali disturbi, maggiori sono quelli che provengono dalla dipendenza in sé, che oltre a investire la sfera interpersonale, didattica e lavorativa - calo di voti, bocciatura, licenziamento -, possono influire anche dal punto di vista fisico perché come ogni patologia che affligge la mente, questa andrà inesorabilmente a colpire anche il corpo, manifestandosi con una sintomatologia importante. I sintomi possono essere: sindrome del tunnel carpale, degenerazione muscolare, fluttuazioni di peso, insonnia, postura scorretta, perdita della vista e occhi secchi.

La testimonianza di un paziente precedentemente affetto da Internet Gaming Disorder riporta: «Quando mi alzavo la prima cosa che facevo era accendere il PC e poi facevo il resto (...) Non pensi ad altro, non fai altro..

» Il paziente riferisce anche della rabbia provata nel momento in cui qualcuno gli faceva notare che, giustamente, passava troppo tempo giocando. Inoltre, capita che i pazienti stessi sentano di voler fare qualcos'altro, ma gli risulta impossibile staccarsi dal gioco: non si sentono "in pace'' con loro stessi se le ore di gioco non si aggirano introno alle 12/14 per giorno.

Le evidenze cliniche hanno dimostrato l'impatto dannoso derivante dall'uso eccessivo del gioco, suggerendo che questa è una condizione importante dal punto di vista della salute pubblica. Non vuole essere un modo per demonizzare l'Internet e i giochi online, ma un metodo per aiutare le persone a comprendere la distinzione tra l'utilizzo di un gioco come attività ludica e al contrario come metodo nocivo per evadere dalla propria vita e dalle proprie responsabilità.