Il questore di Torino, Francesco Messina, è stato chiaro: "Chiunque ha il diritto di parlare e manifestare il proprio pensiero, purché lo si faccia all'interno delle regole della convivenza civile". Il clima nel capoluogo piemontese è caldo, le forze dell'ordine sono state allertate dopo che il segretario di casapound è stato minacciato dai centri sociali torinesi.

"Staniamo Di Stefano"

Per ovvio motivi di ordine pubblico e per evitare che i gestori di alberghi o sale in generale possano subire danni dai facinorosi dei centri sociali il luogo dell'incontro non è stato reso pubblico fino ad oggi, giorno prima dell'evento.

I gruppi antagonisti sono organizzati e pronti a dar battaglia, "Li staneremo tutti" è l'incipit dei centri sociali. Si delinea per domani, dunque, un'altra giornata di fuoco per le forze dell'ordine che faranno di tutto per tenere lontani i violenti che, con tutta probabilità, metterebbero a ferro e fuoco il luogo dell'incontro. Il volantino degli antagonisti recita: "Giovedì il candidato premier Di Stefano sarà a Torino...prepariamoci a stanarlo e ad accoglierlo come merita", sulla locandina il simbolo degli Antifa con quello di Casapound capovolto. Trovare una sistemazione a Torino non è stato affatto semplice per Casapound, al movimento sono state negate diverse sale (sia per motivi di sicurezza che per motivi politici) ma alla fine è stata trovata una buona sistemazione presso l'Hotel NH al centro di Torino, in via Vittorio Emanuele II vicino al tribunale.

Il clima di tensione però non turba il segretario che replica: "Il clima è caldo, ma noi di Casapound non possiamo mica muoverci tutti con la scorta...sarò presente a Torino per spiegare il nostro programma, ciò che accade per le strade non ci riguarda". Lo spazio prenotato nell'hotel è il più capiente della struttura e i militanti di CPI sono certi di riempirlo, a dispetto di chi è fuori a contestare.

Le dichiarazioni del segretario

Per Di Stefano la sinistra sta lasciando appositamente spazio ai centri sociali e ai militanti del disordine, questo per coprire le mancanze e le nefandezze di una sinistra che non parla più ai lavoratori. "Mi chiedo dove fossero gli antagonisti quando è stato abolito l'art. 18" dice Di Stefano, e continua "noi saremo sempre al fianco di chi lavora e di chi produce, negli ultimi anni tartassati e massacrati". Intanto per domani la Digos di Torino ha predisposto la dislocazione di ben 200 uomini tra poliziotti e carabinieri intorno all'hotel per garantire la sicurezza dei partecipanti al convegno.