Era il 16 marzo del 1978 quando le Brigate rosse rapirono Aldo Moro, dopo aver ucciso brutalmente 4 uomini della scorta. Qualcuno ha pensato di macchiare il ricordo di queste persone con una scritta vergognosa, superando il limite della decenza.

La targa era in fase di restauro

Verso le 07:15 di mercoledì 21 febbraio sulla lapide che commemorava le vittime della strage del rapimento Moro, sono state rinvenute scritte vergognose e inqualificabili. In quel drammatico marzo del 1978 il presidente della Democrazia Cristiana fu rapito, con quattro agenti di scorta uccisi brutalmente dai rapitori.

A perdere la vita furono il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi oltre ai poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, tutti uomini della scorta del presidente. Un episodio che i cittadini italiani non hanno mai dimenticato. Che a distanza di anni riaffiora alla mente per via di qualche facinoroso, che nulla ha avuto di meglio da fare che infangare il ricordo di questi eroi. La targa commemorativa si trova in via Fani, luogo in cui si verificò l'episodio. Al momento le indagini non hanno portato al ritrovamento del colpevole, con gli uomini del commissariato Monte Mario che continuano senza sosta le ricerche. La targa era stata rimossa per il restauro che era stato fatto in quest'ultimo periodo e qualcuno ha pensato di scrivere testuali parole: "A morte le guardie".

Oltre alla scritta deprecabile sono stati trovati due disegni di fianco, uno raffigurante una svastica e l'altro una runa.

Le famiglie delle vittime hanno reagito con rabbia

Le famiglie dei 4 uomini scomparsi hanno reagito con tanta rabbia. Dovuta al mancato rispetto dei propri cari che sono stati infangati in modo meschino e spregevole.

L'avvocato delle famiglie parlando a nome delle famiglie ha rilasciato alcune dichiarazioni, veramente molto interessanti: "Dopo quarant'anni ancora esiste qualche imbecille che si rende protagonista di azioni del genere, abbiamo bisogno ancor di più di ricordare gli agenti scomparsi, che hanno sacrificato la loro vita per il bene della democrazia".

Parole molto toccanti, che fanno riflettere in quanto qualcuno ha pensato bene di uccidere una seconda volta queste persone meravigliose e coraggiose. Che hanno dato tutto per il loro paese e per il loro presidente, sacrificando anche la loro stessa vita. La speranza è che il colpevole venga fuori al più resto, per dare giustizia a chi ha veramente combattuto per l'Italia.