La notizia risale al 10 febbraio scorso, quando un professore dell'Istituto Secondario di I grado "L. Murialdo" di foggia è stato aggredito e ha dovuto essere ricoverato in ospedale. Un genitore infuriato è entrato nella scuola al suono della campanella ed è riuscito ad arrivare indisturbato fin dal Vicepreside, il Professor Pasquale Diana, assalendolo subito a calci e pugni. Sotto gli occhi esterrefatti degli alunni, l'aggressore, un genitore, scaglia un violento pugno al viso del Professore e poi, lo colpisce a calci nell'addome quando cade a terra.

L'uomo ha scelto il momento giusto, quello dell'ingresso degli studenti e nella confusione generale, si è infiltrato passando praticamente inosservato: non ha detto nulla a nessuno, non ha chiesto di vedere o di parlare col Preside, ma come un bulldozer, ha assalito il Professore senza chiarimenti.

La "Colpa" del Professore

A scatenare la rabbia del genitore sarebbe stato quanto successo il giorno precedente al momento di uscita della scuola: il figlio dell'uomo (studente di prima media) spingeva e rischiava di far cadere qualcuno dei compagni in fila davanti a lui. Il Professore è intervenuto prendendo il ragazzo per il braccio e tirandolo fuori dalla fila, ma il fatto è stato riportato in ben altro modo: arrivato a casa, infatti, egli avrebbe riferito al padre che il Professore l'aveva picchiato tirandolo in malo modo per il braccio.

Il Padre, senza controllare la versione e chiedere spiegazioni, senza parlare col professore, ha preso come "oro colato" le parole del figlio e ha aggredito il docente.

Questi si è affacciato sulla porta dell'aula sentendo voci concitate in corridoio, ma non è neppure riuscito a parlare che subito gli è arrivato il pugno in pieno viso: è stato ricoverato poi in ospedale per trauma cranico e addominale, la prognosi è di guarigione in 30 giorni.

Le reazioni

Il Ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli afferma che i fatti di Foggia sono estremamente gravi e che "La violenza fisica o verbale non è mai tollerabile. E lo è ancor meno quando si verifica all'interno di una scuola", dove si dovrebbe educare alla comprensione e alla tolleranza, al chiarimento delle proprie opinioni tramite un dialogo serio e sereno.

In questi giorni, la Scuola di Foggia è chiusa per il Carnevale, ma i Professori della stessa hanno deciso di riunirsi lo stesso per prendere posizione e decidere quali atteggiamenti adottare, anche perchè spaventati e sconcertati da quanto successo. E' comunque una fortuna che l'uomo si sia "accontentato" di usare le mani e non abbia portato con sè un'arma di altro genere, sullo stile di quanto purtroppo succede, (e succede spesso!) in altri Paesi, come negli Usa.

Clima di attacco

L'episodio di Foggia non è il primo di violenze contro professori, ma è solo uno dei tanti che si sono registrati in questi ultimi mesi: fatti che hanno creato un clima di sconcerto, ma anche di paura tra i Docenti.

Il clima d'altra parte riflette quanto succede nella società dove ogni giorni si registrano episodi più o meno gravi di violenza senza significato con attacchi immotivati e che escludono ogni possibilità di dialogo.

Al Ministro Fedeli, che gli ha telefonato, il Professore ha detto che i docenti si sentono e sono in trincea, in prima linea e che sentono soprattutto la mancanza di una vera valorizzazione del loro lavoro. Ha detto anche di non aver reagito, pur sentendo l'impulso di farlo, perchè circondato dai ragazzi, temeva che sarebbe potuto succedere qualcosa di peggiore.

E il genitore?

Il genitore - pugile è sotto inchiesta con l'accusa di "lesioni aggravate da aggressione a Pubblico Ufficiale".

Ma è notizia di oggi che egli si scusa tramite il suo Avvocato: afferma di essere pentito e che non sa perchè abbia aggredito con tale violenza il Professore. Le scuse saranno presentate anche tramite lettera ufficiale.

D'altra parte, la violenza verbale e fisica, si respira a tutti i livelli, così come reazioni e aggressioni per episodi senza senso e, mai come in questo periodo, si registrano episodi di attacchi immotivati, che arrivano anche all'uso di vere e proprie armi.