Da sempre le foreste tropicali hanno reso molto difficile, spesso addirittura impossibile per gli archeologi scoprire quello che la foresta ha nascosto per migliaia di anni, o almeno fino ad oggi. Infatti con l'utilizzo della tecnologia è stato possibile penetrare la fitta vegetazione, la quale ha rivelato resti finora sconosciuti: alcune piramidi Maya di Palenque ed Uxmal, in Messico, o Tikal in Guatemala. Grazie all'utilizzo della realtà aumentata gli archeologi ed un gruppo internazionale di 30 studiosi sono riusciti a scoprire che l'insediamento di Tikal è molto più vasto di quanto si ritenesse, addirittura sembra essere 4 volte più grande di quanto si pensasse.

La realtà aumentata ha permesso di tradurre i dati aerei in mappe digitalizzate, garantendo una visione ottimale del territorio. Sono emerse 60 mila costruzioni di varia natura ed una fitta rete di connessioni che comprende fattorie, fortificazioni, strade ed insediamenti abitativi. La scoperta forse più sorprendente è quella di aree agricole talmente tanto estese da sfamare e fornire cibo ad una popolazione ben superiore di quanto si pensasse: da 2 molioni di persone ipotizzate si è passato a 20 milioni, dato dedotto dalla vastità dell'insediamento.

Si ritiene inoltre che il calo demografico sia stata la causa principale che ha poi portato la popolazione Maya ad essere sterminata dai conquistadores spagnoli, anche a causa delle malattie che questi ultimi hanno portato, malattie sconosciute per quella civiltà che non ha potuto difendersi in alcun modo.

L'importanza della storia e del passato

La storia consente di dare un senso al racconto del (nostro) passato, conserviamo il ricordo di quello che abbiamo fatto e di quello che siamo stati per imparare chi siamo e cosa vogliamo diventare; impariamo soprattutto a non commettere gli errori del passato, nostri o di altri. Il passato è una strada già percorsa della quale bisogna fare tesoro e che ci aiuta a dare un senso ed una direzione al nostro presente e al nostro futuro.

La psicologia non fa eccezione, anch'essa si basa sulla storia personale del paziente per trovare una soluzione ai suoi problemi, attraverso una terapia adeguata alla persona. Ad utilizzare questa tecnica sono la psicoanalisi ed alcune terapie cognitive, le quali si basano su corrente narrativa ed esistenziale. La forma narrativa nella psicoterapia incoraggia il paziente a parlare della propria storia per giungere ad una maggiore conoscenza di sé; la narrazione inoltre porta il narrante ad assumere il ruolo di spettatore, in modo tale da considerare gli eventi da un altro punto di vista.

Le psicoterapie inoltre hanno fatto proprio un'altra concezione della storia legata ai cicli interpersonali: sono stati definiti come il modo in cui la relazione con l'altro attiva circuiti che rinforzano la patologia tramite segnali (non verbali, emozionali ed automatici) che i pazienti scambiano con gli altri. Si tratta quindi di strategie messe in atto dal paziente per evitare di rivivere stati emotivi dolorosi legati a momenti particolari della relazione che ha instaurato con quella persona. La visione ciclica della storia per alcuni assume un significato negativo perché porta le persone a compiere sempre gli stessi errori, non imparando da questi ultimi; in psicoterapia invece assume valore progressivo perché attraverso la conoscenza dei cicli di relazione con l'altro, il paziente può comprenderli e, se dannosi liberarsene, imparando nuovi modi di instaurare una relazione con le persone più importanti della sua vita.

Quando si parla di passato e di storia personale la prima associazione che si fa è legata al concetto di trauma, anche se spesso un evento o una particolare situazione non può essere definita tale in quanto non possiede le reali caratteristiche traumatizzanti. Pe rievocare queste situazioni si fa affidamento alla memoria, la quale spesso è fallace e ci fa ricordare gli avvenimenti in modo distorto o completamente errato. Esistono due tipi di falsi traumi che a volte la nostra memoria può creare: quelli subiti e quelli inflitti. Si subisce un trauma quando ci si sente vittime di qualcosa che è ingiusto, mentre si provoca un trauma quando ci si sente in colpa per aver fatto del male. Un trauma falso è facilmente identificabile perché spiega troppe cose e giustifica molti problemi attuali.

La mente crea spesso questi finti traumi per giustificare determinate azioni o comportamenti per esempio per evitare il senso di colpa legato a qualcosa che è stato fatto in passato. Se però il presunto trauma ha effetti negativi sulla vita di tutti i giorni lo si può per esempio rivivere con l'aiuto di chi era presente, in modo da avere un punto di vista differente che magari ha notato cose che al soggetto erano sfuggite al momento, oppure lo si può raccontare diversamente per cercare di comprenderlo meglio. A prescindere da ciò comunque una buona (spesso anche breve) psicoterapia può aiutare a superare un trauma reale e a smascherare un finto trauma in modo da migliorare, in entrambi i casi, la vita della persona.