Tragedia sfiorata questa mattina a Pisa, dove un uomo di 21 anni ha sparato contro la folla per futili motivi. Vediamo meglio quello che è successo.

La follia dopo un rimprovero

L’uomo accusato del crimine è il ventunenne Patrizio Giovanni Iacono, proveniente da Alghero in Provincia di Sassari e con precedenti per rapina. La vendetta dell’uomo è scattata, secondo i testimoni, dopo essere stato ripreso per le sue acrobazie con la moto da cross, in un punto spesso affollato. "E' pericoloso, qui passano i bambini", niente di più. Questa la frase pronunciata da alcuni clienti del frequentato Bar Tirreno di Pisa.

La rappresaglia del giovane è stata pressoché immediata: prima ha aperto il fuoco direttamente in sella alla moto ferendo una persona, successivamente è tornato a piedi per continuare il suo folle gesto prima di dileguarsi. In totale sono quattro le persone raggiunte dai colpi esplosi dall’uomo, tre italiani e un extracomunitario colpiti agli arti. Le condizioni delle vittime non destano preoccupazioni.

L’autore del gesto è ancora ricercato

Sono passate oltre otto ore e ancora l’autore del gesto risulta ancora irreperibile. Luogo dell’attentato il quartiere CEP (Centro Edilizia Popolare) della città toscana. Le forze dell’ordine, su una segnalazione poi rivelatasi falsa, hanno anche accerchiato verso l’ora di pranzo il Museo Gambacorti perché sembrava che il giovane si fosse rifugiato lì.

Successivamente un’altra pista avrebbe portato a concentrare le attenzioni proprio verso il quartiere popolare dove il giovane è sottoposto agli arresti domiciliari. Sono intervenuti per un sopralluogo e per il coordinamento delle indagini anche il sostituto procuratore Paola Rizzo e il procuratore capo della città Alessandro Crini.

Sparatoria un anno fa ad Alghero

Iacono, il 25 gennaio 2017, era stato arrestato ad Alghero per aver sparato contro un ventisettenne ferendolo a un braccio e a una mano. Il gesto avvenne in via Gilbert Ferret, una delle vie principali del centro storico algherese, fiore all’occhiello della città. Le accuse che ricaddero sul giovane furono: tentato omicidio, minacce aggravate, detenzione e porto illegale di pistola.

Ma non solo, Iacono venne anche collegato a un macabro gesto: il ritrovamento di una testa d’asino, insieme ad alcune cartucce, attaccata alla sede di una nota società vitivinicola della zona. Un gesto in puro stile mafioso. Secondo gli inquirenti, i due fatti avvennero per lo stesso motivo: le attenzioni per una ragazza.