Aveva in consegna ragazzi, tutti minorenni, arrivati da soli in Italia da Paesi come Albania, Bangladesh, Kosovo, Afghanistan e Pakistan, con il compito di accudirli al meglio nella comunità di cui era presidente. Ed invece sfogava su di loro il razzismo, la rabbia e perfino le sue fantasie maniacali. Così un uomo è finito agli arresti domiciliari a Prosecco, in provincia di Trieste, dopo una lunga indagine partita mesi fa, che ha portato all’ascolto di circa 180 testimoni, tra i giovani ospitati nella struttura, la casa-famiglia “La Fonte”, ed il personale della stessa, spesso al centro delle vessazioni del loro superiore.
Tra i capi di accusa, maltrattamenti aggravati, il tentativo di abusi sessuali su minori e gli atti persecutori contro un’ex direttrice dell’organizzazione.
Una serie di episodi inquietanti
L’inchiesta, condotta dalla locale Squadra Mobile sotto la direzione della Procura di Trieste, ha portato alla luce una serie di episodi inquietanti. Innanzitutto è emerso il comportamento persecutorio nei confronti degli stessi addetti della comunità ed in particolare, nel periodo tra il 2013 e l’anno 2016, verso la donna che l’ha diretta, che ha patito anche problemi psicofisici dopo questa esperienza. Inoltre, negli anni tra il 2015 e il 2017, più volte gli uffici sanitari locali hanno riscontrato la presenza di cibo in non perfetto stato di conservazione o addirittura scaduto nella struttura.
Ora si scopre come il presidente abbia costretto diverse volte i suoi subordinati a servire questi alimenti ormai non più utilizzabili ai ragazzi.
Prima il razzismo, poi le molestie
Ma gli atteggiamenti peggiori dell’uomo sono stati riscontrati nei confronti gli ospiti della comunità, a cominciare dalle frequenti ingiurie ed espressioni razziste. Più volte avrebbe minacciato il rimpatrio dei minorenni per terrorizzarli ed ottenere la loro collaborazione, accompagnando il tutto con gesti offensivi ed insulti. Questi comportamenti spesso sarebbero avvenuti nel refettorio davanti a molti testimoni, che hanno anche parlato di vere e proprie molestie, compiute dall’indagato durante i pasti. Infatti più volte il presidente si sarebbe lasciato andare ad eccessi, come nell’occasione in cui avrebbe mimato atti sessuali con il cibo.
In altre circostanze si sarebbe spinto fino alle stanze dei ragazzi per infastidirli, ponendo ai minorenni domande esplicite sulla loro sessualità e arrivando perfino a tentare di avere un contatto fisico con i minori. Inoltre sarebbero giunte da parte sua anche delle proposte di rapporti carnali in cambio di denaro. Una lunga serie di accuse da cui l’uomo dovrà ora difendersi.