Uno scandaloso episodio di mala sanità è avvenuto ieri a Vercelli, presso il nosocomio cittadino. Protagonista il signor Federico Reina, un baldo 92enne residente a Santhià, un comune della provincia. Si è recato, come avveniva ogni giorno, nel reparto di neurologia per portare conforto alla moglie ma ha trovato inspiegabilmente il letto vuoto.

La signora Teresina, la sua dolce compagna con la quale ha condiviso la bellezza di 64anni di matrimonio, era morta il giorno prima ma nessuno si era preso la briga di avvisare con ogni mezzo il povero marito e gli altri membri della sua numerosa famiglia.

Il personale sanitario ha provato a contattare telefonicamente il signor Federico e suo nipote senza ottenere risposta e dopo qualche tentativo non ha più ritenuto di dover provare a comunicare la triste notizia.

Una incredibile leggerezza senza giustificazioni

Una vera e propria leggerezza che non può essere giustificata in nessun modo. Le condizioni della signora, lucida fino al giorno prima, non davano a pensare che si sarebbe arrivati ad una morte così imminente. L'anziano marito, quando ha scoperto la sua fine, ha avuto un comprensibile mancamento. Mai avrebbe immaginato che, dopo più di mezzo secolo trascorso insieme a lei, non avrebbe potuto darle un ultimo saluto. Contattato dal cronista de La Stampa ha raccontato di non darsi pace per questa allucinante mancanza di umanità da parte del personale dell'ospedale.

I dirigenti dell'Asl di Vercelli lo hanno contattato accampando la scusa dell'errore di comunicazione addossando la responsabilità a chi, dopo aver provato una sola volta a contattarlo telefonicamente, non si sia curato di contattare nuovamente lui o qualche altro famigliare.

Il signor Federico Reina ha raccontato di aver pianto come non faceva dai tempi della guerra per non aver potuto dare l'ultimo addio alla sua Teresina.

Nella 'Capitale del riso' è infatti una persona molto conosciuta per i suoi trascorsi da partigiano durante la Resistenza, inquadrato nella gloriosa Brigata Ermanno Angiono "Pensiero" di Borgosesia.

Duri i commenti dei famigliari ai cronisti del quotidiano piemontese: soprattutto dal nipote Massimo che si chiede per quale motivo dall'ospedale non abbiano richiamato dopo aver trovato staccato il suo cellulare.

La famiglia era molto vicina alla signora Teresina, ogni giorno riceveva parecchie visite ed il personale conosceva tutti i parenti.

L'azienda ospedaliera ha comunicato le condoglianze di rito, ma a poco sembra possono valere quelle fredde parole dopo un comportamento che definire inumano è poco. Sicuramente sono riusciti nell'impresa di aggiungere un nuovo capitolo al grande libro della mala sanità in Italia.