Oggi è l'8 marzo, giornata internazionale della donna, e in più di 70 paesi del mondo sono previsti cortei, mobilitazioni, flash mob e uno sciopero organizzato dalle più importanti associazioni femministe, in cui le donne incroceranno le braccia astenendosi da qualsiasi attività anche di cura, formale e informale, retribuita e gratuita.

In Italia l'iniziativa è stata organizzata dal movimento femminista "Non una di meno", a cui aderiscono i principali sindacati di base che, attraverso una nota, sottolineano che si tratta di uno sciopero contro la violenza maschile sulle donne, contro la mancanza di finanziamenti e riconoscimenti dei centri antiviolenza, contro la chiusura degli spazi delle donne, contro l'obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici e per denunciare il terribile dato delle molestie e dei ricatti sessuali sul lavoro.

Nel sito ufficiale di "Non una di meno" si legge che il rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia di chi non vuole esserne vittima si trasformeranno in un grido comune da #wetoogether a #metoo, movimento nato sulla scia dello scandalo Weinstein, produttore della Miramax Films e successivamente della The Weinstein Company, accusato da diverse donne, tra cui molte attrici, di molestie e abusi sessuali. La protesta coinvolgerà i trasporti, dagli autobus alle metro, dai treni agli aerei e riguarderà anche la scuola, la sanità e il settore dei servizi.

In Spagna si celebra il primo sciopero delle donne

Oggi la Spagna si ferma per 24 ore, a causa dello sciopero femminista, in occasione della giornata internazionale della donna con lo slogan "Si nosotras paramos, se para el mondo " (se noi ci fermiamo, si ferma il mondo).

Lo sciopero è stato convocato dalla piattaforma "Comision8M" e s'ispira alla storica astensione dal lavoro delle donne islandesi nel 1975, anno internazionale della donna per le Nazioni Unite. Secondo un sondaggio effettuato da Metroscopia, basato su 1500 sondaggi telefonici, l'87% delle donne spagnole ritiene giusta la mobilitazione, di fronte al 72% degli uomini.

Tra i vari obiettivi della mobilitazione c'è quello di denunciare le disuguaglianze in termini di assunzioni, molestie ed infine violenze subite da migliaia di donne. Secondo il quotidiano spagnolo "El Pais", la differenza salariale di genere per le stesse mansioni è del 14%. Disagi per chi deve prendere i mezzi pubblici, soprattutto nella capitale e in città come Barcellona, Bilbao, Siviglia e Valencia. La protesta ha avuto presa anche nei media, molte giornaliste spagnole di testate importanti hanno sottoscritto una lettera con cui hanno aderito allo sciopero.