La vicenda è avvenuta in un piccolo paesino in provincia di Siracusa, Canicattini Bagni. L'assassino ha brutalmente accoltellato la sua fidanzata di venti anni per poi gettarla in un pozzo. Laura Petrolito, giovane mamma di due bambini, è stata uccisa dal suo compagno Paolo Cugno, padre del bambino più piccolo. L'uomo, in quanto unico sospettato, ha passato l'intera domenica in caserma per poi confessare nella notte. Egli ha ammesso di avere ucciso la sua compagna, indicando il posto dove ha nascosto l'arma del delitto.

Femminicidio e impulsività

Il termine femminicidio si riferisce all'uccisione di una donna. Naturalmente la parola in questione, oltre che l'uccisione, prende in considerazione un fenomeno diffuso e ampiamente dibattuto: maltrattamenti fisici, psicologici e sessuali che avvengono in ambito lavorativo o familiare. Dal punto di vista strettamente psicologico l'impulsività è l'elemento fondamentale della questione: difficilmente il femminicidio è un evento premeditato. Il femminicidio impulsivo presenta diverse caratteristiche: gelosia, rabbia, paura costante della perdita della persona amata. La rabbia è un'emozione fondamentale per la condizione umana e se non viene correttamente gestita porta inevitabilmente ad azioni impulsive, folli.

Ovviamente la rabbia non si conclude sempre con l'uccisione di una donna ma può sfociare in comportamenti psicologicamente distruttivi come violenza verbale o fisica.

I numerosi casi di violenza domestica

Come nel caso sopracitato, una diffusa forma di femminicidio si riscontra nella violenza domestica. Il termine indica quel tipo di violenza effettuata dal partner nei confronti della vittima, il quale tende ad assumere un ruolo di potere all'interno della relazione maltrattando e umiliando la donna.

Nei casi più estremi arriva all'omicidio. Il termine, inoltre, trova le sue fondamenta nel concetto di potere, in quanto l'unico scopo è quello di piegare la donna. Inoltre, si possono distinguere tre fasi della violenza domestica: la prima è caratterizzata da accese discussioni verbali, la seconda fase si esplica in atteggiamenti violenti nei confronti della vittima e la terza è descritta come una finta riappacificazione.

I casi di violenza sono numerosi e purtroppo ancora sottovalutati. Secondo diversi dati riportati dall'Istat, nel 2015, è stato riscontrato come molte donne abbiano affermato di avere subito almeno una violenza nel corso della loro vita.