Un Eruzione improvvisa è possibile, e sarebbe una tragedia che riguarderebbe tre milioni di persone. Il rischio che ciò accada è noto agli scienziati di tutto il mondo, ma se avvenisse una catastrofe epocale di questo tipo, non si riuscirebbe a portare in salvo la popolazione, perchè manca un piano di evacuazione adeguato. Lo riferisce il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, impegnato presso l'Osservatorio Vesuviano e l'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
Il rischio infatti che eruttino i due vulcani napoletani vesuvio e Caldera dei Campi Flegrei, è alto.
Al momento l'unico modo di prepararsi a un eruzione è indicato dalle variazioni geologiche e ambientali, del territorio, che in queste ore vengono strettamente monitorate dall'Osservatorio Vesuviano. Questi fenomeni precursori, sono l'unica via di scampo, che consentirebbe a seconda del livello di allerta, di prepararsi all'evacuazione totale.
Piano di evacuazione inesistente
La caldera dei Campi Flegrei è l'unico vulcano al mondo in grado di generare eruzioni di portata catastrofica, anche cento volte superiori a quella del Vesuvio. I livelli di allerta sono definiti in base all'attività vulcanica che viene rilevata sia nella zona rossa che in tutto il territorio campano. I Campi Flegrei dal 2012 hanno raggiunto il livello giallo (livello di attenzione).
Mancano solo due livelli: l'arancione (pre- allarme) e il rosso (allarme). Questi livelli necessari a far scattare il piano di emergenza, potrebbero però non venire aggiornati in tempo: non è detto infatti che i segni premonitori di un eruzione ci siano, potrebbero anche non esserci. Inoltre, una volta raggiunto il livello rosso, non ci sarebbe nessun modo di mettersi in salvo perchè il piano di evacuazione esiste solo come bozza generale, ma non è mai diventato operativo.
Il piano di emergenza inoltre è basato su un'eruzione di media intensità e non è assolutamente adeguato, nel caso ci fosse un esplosione di portata superiore. Ma non è un piano di evacuazione: infatti per diventare operativo devono essere definiti criteri di fuga e soccorso che invece non sono stati ancora presentati.
In ogni regione italiana, ogni sindaco, secondo il piano di emergenza, dovrebbe avere pronto un piano locale per accogliere la popolazione evacuata in caso salga il livello di allerta da giallo ad arancione, perchè verrebbe definita un'emergenza nazionale.
Rimane l'imprevedibilità la più grande preoccupazione dei vulcanologi: la crosta superficiale infatti potrebbe essersi nettamente indebolita in questi ultimi anni, quindi il lago di magma silente potrebbe arrivare in superficie. Non si può prevedere nemmeno in che zona si aprirà la bocca eruttiva del vulcano. Una vera roulette russa che potrebbe segnare una catastrofe di proporzioni apocalittiche.