Il 21enne italo-tunisino Ismail Tommaso Hosni è stato condannato a sette anni di carcere e tre da trascorrere obbligatoriamente in comunità.

I fatti risalgono al 2017

La sentenza è recente, mentre l'episodio alla base della condanna risale al 18 maggio scorso, quando aveva accoltellato due militari e un agente della polizia ferroviaria a Milano, all'interno della Stazione Centrale. Fortunatamente, nessuno dei tre aggrediti aveva riportato ferite gravi, tanto che erano stati loro stessi a bloccare Hosni e a trarlo in arresto.

L'aggressore incapace di addurre valide motivazioni

Una volta arrestato, Hosni non era stato capace di spiegare il perché del suo gesto. Si era, infatti, limitato a confessare di aver rubato dei coltelli, perché nella stazione milanese aveva individuato delle persone che volevano fargli del male e lui voleva solamente difendersi. Ha poi spiegato di ricordarsi di essere stato in stazione, ma non di avere assalito e accoltellato i militari e l'agente della Polfer, aggiungendo di essersi "svegliato" con le mani insanguinate. Infine, ha ammesso che quel giorno era sotto l'effetto di cocaina.

Riconosciuto il vizio parziale di mente

Il pm di Milano Laura Ripamonti aveva chiesto una condanna di 10 anni per Hosni, accusato di lesioni, resistenza e tentato omicidio e processato con rito abbreviato.

La richiesta, però, è stata accolta in modo parziale. La corte ha ravvisato la non perfetta lucidità mentale dell'aggressore. Gli esami, cui è stato sottoposto Hosni hanno permesso di riconoscere all'italo-tunisino un parziale ritardo mentale, pur ritenendolo in grado di "stare in giudizio". La difesa aveva, invece, puntato tutto sul fatto che Hosni venisse dichiarato completamente incapace di intendere e di volere.

Prossimo a diventare terrorista

L'aggressore, secondo quanto affermato dagli investigatori, era agli inizi di un percorso che lo avrebbe potuto portare alla radicalizzazione islamica e per tale motivo è indagato anche per terrorismo: sul suo profilo Facebook, sono stati trovati video di propaganda relativi al sedicente Stato islamico, inneggianti alle azioni pro Isis.

Tuttavia, l'inchiesta in questione sembra destinata ad essere archiviata.

La difesa ha denunciato abusi in carcere

Infine, vi è una terza inchiesta, nella quale però Hosni figura come parte lesa, poiché nel corso dell'ultima udienza, l'avvocato del 21enne ha denunciato che quest'ultimo sarebbe stato vittima di violenze sessuali in carcere.