Si è conclusa con l’esecuzione di ventisette misure di custodia cautelare l’operazione “Velarium”, condotta dalla procura di Monza, dopo le lunghe indagini andate avanti per due anni, dal settembre del 2015 al maggio del 2017. La vicenda, risalente al 2013, riguarda un presunto traffico di minori, fatto sconcertante che vede coinvolti un uomo (M.S.) e una donna (D.M.), rispettivamente di 43 e 26 anni, accusati di aver dato in "adozione" il proprio figlio neonato in cambio di una somma di denaro. L’ "operazione commerciale” sarebbe stata finalizzata all’acquisizione del permesso di soggiorno da parte di un clandestino albanese, per di più pluripregiudicato, al quale la coppia avrebbe ceduto il piccolo per agevolarne l'ottenimento.

Il riconoscimento del bambino, cittadino italiano, infatti, gli avrebbe garantito la regolare permanenza in territorio nazionale.

Favoreggiamento dell’immigrazione e alterazione di stato

Un avviso di garanzia con le ipotesi di reato per alterazione di stato e favoreggiamento di immigrazione clandestina è stato recapitato simultaneamente alla coppia e all’immigrato albanese. I tre dovranno inoltre fare i conti con l'imputazione per traffico di esseri umani, oltretutto minori. L’albanese peraltro era già stato espulso in passato e gli era dunque vietata la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno in maniera ordinaria.

La coppia, originaria di Vimercate, in Brianza, avrebbe ceduto il proprio figlio appena nato secondo un accordo di reciproco aiuto, per cui l’extracomunitario avrebbe beneficiato di un regolare permesso di soggiorno, altrimenti non ottenibile per vie legali, e i due avrebbero goduto del ricavo finanziario.

I due brianzoli avrebbero anche acconsentito ad intestarsi alcuni veicoli di proprietà ed in uso all'extracomunitario.

Un secolo di carcere per 27 imputati

Alla fine delle lunghe indagini, le trattative relative alla "vendita" del minore si sono rivelate solo la punta dell’iceberg di una situazione già molto complicata dal punto di vista giudiziario.

Il tribunale di Monza ha infatti riconosciuto il coinvolgimento di altre 24 persone per le quali ha espresso una condanna ad un totale di cento anni di carcere, anche per i reati di: traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione di armi, rapina e tentato omicidio. Oltre, naturalmente, alla revoca del permesso di soggiorno da parte dell’ufficio immigrazione per il clandestino. Per quanto riguarda le sorti del bambino, il Tribunale dei minorenni di Milano ha adottato i provvedimenti cautelari necessari.