Il 7 marzo è stato applicato l'ordine pervenuto dall'Alta Corte Britannica e "nel suo miglior interesse", è stata staccata la spina al piccolo Isaiah Haastrup: il bambino di un anno è stato al centro di un terribile contrasto che ha visto di fronte i medici da una parte e i genitori dall'altra. Gli specialisti che lo seguivano si sono resi conto che ormai non rispondeva più a nessuna stimolazione e che non c'era nessuna possibilità di vederlo migliorare nelle condizioni in cui ormai si trovava.
I genitori non accettavano le parole dei medici e hanno chiesto di continuare le cure, per cui si è ricorsi ad una serie di battaglie legali con ricorso anche all'Alta Corte Britannica.
Questa ha dato ragione ai medici ed ha stabilito che la spina avrebbe dovuto essere staccata prima di tutto per il bene del piccolo che così avrebbe smesso di soffrire.
I genitori
Sono stati gli stessi genitori a dare l'annuncio dell'avvenuto distacco e della conseguente morte del 'piccolo grande lottatore'. Isaiah è morto alle 19:50 di mercoledì dopo ore che il sistema che lo faceva respirare artificialmente era stato spento: il padre si è detto orgoglioso del figlio che ha lottato fino alla fine. La madre nella comunicazione alla BBC ha detto che le mancherà terribilmente la dolce "ceekiness" sfacciataggine del bambino, ma per ora quella che prova, è solo una grande e profonda rabbia perché "la Giustizia non è stata seguita".
Dopo la sentenza dell'Alta Corte Britannica, i genitori si erano rivolti anche alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, che però ha respinto come "inammissibile" il loro ricorso, rendendo praticamente applicabile immediatamente la sentenza dell'Alta Corte Britannica.
Insomma, secondo i Giudici, non era in corso nessuna violazione dei diritti e delle libertà fondamentali del bambino che, anzi, sarebbero stati violati iterando cure ormai inutili.
Isaiah
Isaiah aveva un anno ed alla nascita era stato vittima di "un incidente catastrofico" che lo aveva momentaneamente privato dell'ossigeno per il cervello ed era nato di conseguenza menomato: i danni erano stati terribili.
Isaiah aveva un basso livello di coscienza, un vero barlume, ma non era in grado di muoversi né di respirare da solo, rimanendo di conseguenza costantemente dipendente dal respiratore artificiale.
Come Charlie
Isaiah è morto per distacco della spina secondo l'ordine del Tribunale, seguendo la stessa procedura che aveva visto come protagonista il piccolo Charlie Gard che aveva scosso le coscienze di tutto il mondo nel 2017.
Tutti ricordano le parole con cui il padre di Charlie aveva annunciato la morte del piccolo: "Il nostro splendido bambino se n'è andato".
Come Alphie?
Mentre il cuore è ancora vicino al piccolo Isaiah e il ricordo insegue Charlie Gard, sembra che lo stesso destino stia per toccare anche ad Alphie Evans: 21 mesi, ricoverato a Liverpool. La Corte d'Appello di Londra ha confermato la sentenza di I grado: non è -nel migliore interesse del bambino- continuare a vivere con una malattia rarissima ancora sconosciuta.
I genitori di Alphie addirittura non chiedono di reiterare cure o di tentarne di nuove, ma semplicemente "cure palliative" per permettergli di vivere i suoi ultimi giorni insieme all'amore dei suoi genitori, senza provocarne la morte, ma attendendo la fine naturale.
Questo in quanto la malattia di Alphie, pur essendo inguaribile, non lo mette per ora nella condizione di morte cerebrale o impossibilità di respirazione autonoma. Rimane però che Alphie soffre e che la sua condizione viene definita "stato semi-vegetativo" e che tra le cure palliative richieste ci sono grandi quantità di analgesici.