Una vicenda ordinaria da quando la crisi del 2009 ha travolto la nostra economia, conclusa tra mille polemiche nelle aule del tribunale di Pordenone. Protagonista Augusto Antonucci, 79 anni, storico imprenditore della provincia di Pordenone operante nel settore della produzione di mobili da decenni. Non un imprenditore qualunque, ma una figura importante nel panorama politico ed economico locale.

L'imprenditore ha infatti ricoperto numerosi incarichi di prestigio, presiedendo nel passato Unindustria Pordenone, la locale Camera di Commercio e ricoprendo addirittura il ruolo di assessore della Regione Friuli durante la giunta presieduta da Riccardo Illy.

I guai per l'azienda da lui fondata, l'Archeo srl, furono causati dalla crisi economica, che dimezzò gli ordinativi, arrivando a generare una grave crisi di liquidità.

Ipotecò la casa e fece di tutto per adempiere ai suoi doveri

L'uomo, da imprenditore di altri tempi, per evitare il fallimento e salvare il posto dei suoi 38 collaboratori, fece tutto quello che era nelle sue possibilità, impegnando il suo patrimonio, frutto del lavoro di una vita. Ipotecò la sua casa per un valore pari a 650mila euro, rinunciò al suo stipendio, ad incassare i dividendi e tagliò ogni costo superfluo. Tutto questo non fu sufficiente per ottenere del credito da quelle banche con le quali ha lavorato per una vita pagando sempre tutto fino all'ultimo centesimo.

Nel 2013 i problemi aumentarono ed Augusto Antonucci si rese conto di dover prendere una decisione drastica. Il suo denaro non era sufficiente per poter pagare gli stipendi degli uomini che lo hanno affiancato per una vita, e contemporaneamente le Tasse imputate alla sua azienda. Decise di non tradire i suoi operai, optando per onorare i loro stipendi.

Puntualmente l'Agenzia delle Entrate lo ha portato in giudizio, e qui si è disputata una lotta tra giudice, pubblico ministero e avvocati. Infatti i difensori dell'imprenditore hanno perorato il suo comportamento, volto a difendere l'esistenza stessa della sua azienda.

In aggiunta hanno ricordato alcune sentenze a loro favorevoli emesse sia dalla Cassazione che dal Tribunale di Milano e dallo stesso tribunale di Pordenone volte all'assoluzione di imprenditori che si erano trovati nella situazione del loro assistito.

Purtroppo la difesa documentata è stata vana e il giudice ha accolto le richieste del Pm Andrea Del Missier condannando Augusto Antonucci a 10 mesi di reclusione (con pena sospesa) con l'aggiunta di tutte le pene accessorie, umiliando l'anziano imprenditore all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Inoltre è stata predisposta la confisca immediata della somma dovuta al fisco, pari a 226mila euro.