L'ex presidente della Francia Nicolas Sarkozy è in stato di fermo. Andando maggiormente nello specifico, la polizia francese sta interrogando il politico dei 'Repubblicani' in merito all'inchiesta sui fondi libici che sarebbero arrivati a sostegno della sua candidatura alle elezioni presidenziali, tra il 2006 e il 2007. Stando a quanto riportato da un articolo pubblicato sul sito web del Fatto Quotidiano, la notizia del fermo di Sarkozy è stata diffusa dalla nota testata giornalistica Le Monde e l'inchiesta sui fondi arrivati dalla libia è stata aperta nel 2013.

Il documento libico che rivela i finanziamenti di Gheddafi all'ex presidente francese

Stando sempre a quanto scritto nel già citato articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, l'inchiesta sui fondi illeciti è partita a seguito della pubblicazione di un documento libico fatta dal sito web di sinistra radicale Mediapart. Più specificatamente, nel documento reso noto da Mediapart si parla di finanziamenti dell'allora presidente libico Muammar Gheddafi allo stesso Sarkozy. Oltre a ciò, secondo quanto reso noto da 'Le Monde', nel 2016 l'intermediario libico Ziad Takieddine confessò ai magistrati francesi di aver trasportato ben 5 milioni di euro dalla Libia alla Francia.

Il voltafaccia di Sarkozy sulla Libia

La questione dei finanziamenti libici a Sarkozy risulta indubbiamente interessante. Difatti, la Francia e altri paesi occidentali avevano instaurato con la Libia di Gheddafi dei rapporti tutto sommato amichevoli e, d'altronde', lo stesso governo libico era definito un baluardo nella lotta al terrorismo di matrice islamica radicale.

Tutto ciò cambiò nel 2011, e difatti diversi opinionisti ed analisti militari e geopolitici parlano di una sorta di 'voltafaccia' dello stesso Sarkozy. Il fatto è che l'ex presidente francese fu colui che più s'impegnò per far iniziare la guerra in Libia e cacciare Gheddafi.

Su ciò, bisogna dire che la stessa guerra in Libia risultò alquanto vantaggiosa per le multinazionali petrolifere francesi e, allo stesso tempo, si rivelò un disastro geopolitico ed energetico per l'Italia.

Difatti, dallo stesso conflitto libico del 2011 nacque l'attuale emergenza dell'immigrazione di massa e la Libia piombò nel caos e venne sempre di più infiltrata anche da militanti facenti parte del network dell'estremismo islamico. SI può ben dire che il paese nordafricano passò dalla padella alla brace.