Un gruppo di immigrati, composto da circa 20 persone, ha deciso di dormire all'aperto in Piazza d'Italia, a Sassari, nonostante le basse temperature e la pioggia battente. Motivo della protesta, il trasferimento dal centro accoglienza di Porto Torres a quello di Aglientu, in Gallura. Giunti nella struttura per un sopralluogo, i migranti avrebbero preferito andar via, giudicando inidonea la sistemazione. A più riprese, la delegazione di stranieri ha affermato di essersi integrata nella collocazione precedente, situata nel quartiere Li Lioni di Porto Torres.
Sotto Palazzo Sciuti, sede della Provincia di Sassari (in Piazza d'Italia), sono arrivati il sindaco, Nicola Sanna, e l'arcivescovo metropolita, monsignor Gianfranco Saba. Insieme avrebbero cercato di far desistere i migranti che a più riprese ribadivano l'intenzione di non voler andare ad Aglientu. Ma la risoluzione è diventata problematica. Qualora rifiutassero lo spostamento, perderebbero il diritto all'accoglienza.
Un mese fa, altra protesta
Un mese fa, nella stessa piazza, era andata in scena un'altra protesta da parte di un centinaio di migranti. In coda davanti alla Prefettura, avevano denunciato i problemi del centro di accoglienza e consegnato a una funzionaria l'ampia documentazione che elencava problematiche e disagi.
Le persone, provenienti dal centro accoglienza del Pime, nel quartiere Santa Maria di Pisa, sempre a Sassari, lamentavano di esser stati trattati come animali. Inoltre deploravano la qualità del cibo, considerata scarsa dal momento in cui gli veniva presentato solo del riso e un pochino d'acqua. Non di meno, gli venivano lasciati gli stessi abiti, costretti a dormire in stanze sovraffollate al cui interno vi stavano fino a 14 persone.
Per non parlare del riscaldamento o dell'acqua calda, sempre promessa e mai sistemata.
Sassari e migranti, un rapporto non sempre idilliaco
Il rapporto tra sassaresi e immigrati non è sempre stato idilliaco. A fine ottobre si era scatenata una vera e propria guerriglia urbana in seguito all'aggressione di un italiano da parte di un sedicente profugo.
Nella rissa spuntarono fuori spranghe in ferro, sassi, bottiglie e bastoni, in concomitanza con l'uscita dei bambini dalle scuole. Tre persone rimasero ferite, seppur non gravemente, e si sollevarono dalle fazioni politiche numerose polemiche.
Alcuni giorni dopo le violenze, scattò la rappresaglia nei confronti dei migranti. Alcune molotov vennero lanciate contro il centro di accoglienza di Santa Maria di Pisa e Platamona, anche quest'ultima nel territorio comunale di Sassari. Seguì da parte della Polizia un presidio che andò avanti per diverse settimane.