In questo mondo di ladri esiste una gran confusione che non si sa più né dove si va o si tenta di rapinare né chi è il malcapitato. Succede, magari, che gli autori della rapina non siano del posto e, di conseguenza, che non lo conoscano; succede, magari, che i furfanti credendo di portare a casa il goal della vittoria e restino con la bocca amara, dal momento che il pallone non ha sfondato la rete avversaria, ma la propria, assegnando un punteggio (conquistato dall'altro team fin troppo facilmente) e che i distratti giocatori se ne siano accorti solo in un secondo momento.
Siamo in Liguria, precisamente a Savona. Tre albanesi giovanissimi hanno tentato il furto in quel 'endroit' che credevano essere in un cantiere e che, in realtà, era la caserma 'Damiano Chiesa' della Guardia di Finanza di Savona; ma dell'errore se ne sono accorti quando ormai era troppo tardi.
La dinamica
Nella giornata di giovedì 22 marzo 2018, a Savona, tre giovani di nazionalità albanese, di età compresa fra i 17 e i 29 anni e con precedenti per droga, furto e armi, sono stati sorpresi - giustappunto - mentre tentavano di rapinare la sede delle fiamme gialle di Savona.
Uno di loro è stato avvistato quando si trovava già all'interno della caserma, il secondo aveva oltrepassato la rete e il terzo, che copriva loro le spalle, li attendeva sul lato esterno alla guida di un furgone pronto a partire non appena i complici sarebbero tornati con 'il sacco di Babbo Natale'.
Prima di portare a termine la malefatta, però, i tre giovani sono stati scoperti dalle autorità e il ritrovamento di una scala sul muro perimetrale, di due cesoie e di una sega metallica - attrezzi attualmente sotto sequestro - non ha lasciato spazio ad alcun dubbio. Era chiaro, infatti, che intenzione dei furfanti fosse quella di effettuare una rapina, ma dato che il luogo era tutt'altro che conosciuto, non sapevano e non si sono resi conto che aveva preso di mira la caserma della Guardia di Finanza.
L'accusa
Sono stati arrestati tutti e tre con l'accusa di introduzione clandestina in luoghi militari e il tentato furto aggravato. Lo stupore che si leggeva sui volti dei tre malcapitati ha fatto ben comprendere che nessuno avesse chiara consapevolezza del luogo in cui si erano realmente introdotti. I due maggiorenni, di 29 e 22 anni, sono stati processati per direttissima nella mattina del 23 marzo 2018 al Tribunale; sorte diversa è toccata al diciassettenne che, su disposizione della Procura della Repubblica, è stato condotto in un centro di prima accoglienza di Genova.