Da molto tempo nei mass media occidentali si parla della diffusione della propaganda russa sui social network, da Facebook a Twitter passando per Instagram. Secondo alcuni analisti ed opinionisti, tale propaganda sarebbe utilizzata al fine di 'condizionare' e 'infiltrare' le società democratiche dell'Europa occidentale. Inoltre, alcuni analisti sostengono che l'utilizzo di tale propaganda sia legato anche al noto scandalo del 'Russiagate' e affermano che lo stato e/o gli apparati di potere della Russia hanno intenzione di 'sovvertire' l'ordine liberale egemone negli Stati Uniti e nell'Occidente in generale.

La decisione di Facebook di sospendere più di 270 account sospetti

Recentemente, Facebook è stato al centro di numerose polemiche legate al Russiagate e al caso di Cambridge Analytica, la società di consulenza britannica che avrebbe fornito sostegno alla campagna presidenziale del candidato repubblicano Donald Trump. Inoltre, diversi opinionisti avevano criticato la nota multinazionale del web per non aver contrastato la diffusione della propaganda russa ma qualcosa è ultimamente cambiato. Difatti, lo stesso direttore di Facebook Mark Zuckerberg ha fatto sapere che il social media ha eliminato più di 270 account e pagine Facebook dirette dai troll russi.

L'Internet Research Agency, la 'fabbrica dei troll' creata dal 'deep state' della Russia

Nel comunicato che annunciava la sospensione dei 270 account legati alla propaganda russa, Zuckerberg ha sostenuto che essi sarebbero tutti legati alla controversa società di San Pietroburgo chiamata 'Internet Research Agency'. Tale società è stata più volte al centro delle polemiche ed è considerata come la 'fabbrica dei troll' della Russia.

Secondo alcune inchieste e i servizi segreti statunitensi, tale compagnia sarebbe stata finanziata e sostenuta da parte di alcuni personaggi legati ai servizi segreti russi e sostenitori dell'attuale governo di Vladimir Putin.

In linea di massima, c'è da dire che tale agenzia sembrerebbe essere uno strumento propagandistico gestito dallo 'stato profondo' che governerebbe la Russia e che risulterebbe essere in competizione (e a volte in alleanza) con quello che guiderebbe gli Stati Uniti.

Su ciò, ci sarebbe anche da dire che gli apparati militari e politici di tale 'deep state' russo sostengono attualmente il governo di Putin, ma non sono espressione di per sé della stessa area putiniana.