Terremoto in provincia di Messina; per fortuna questa volta il sisma non ha distrutto edifici e provocato sfollati, ma ha dissestato dal punto di vista amministrativo Ficarra, un piccolo comune nei Nebrodi. Ancora assenteismo nella pubblica amministrazione e la notizia rischia quasi di non essere tale, data la diffusione del fenomeno nel nostro paese. Ventitre dipendenti indagati su quaranta in forza al suddetto comune e ben sedici sospesi dal servizio, in seguito al provvedimento emesso dal Gip della procura di Patti nei loro confronti.

'Qui sono trent’anni che si fa così'

I reati contestati agli indagati sono di truffa aggravata e continuata ai danni dell'ente pubblico e false attestazioni. Tra i destinatari del provvedimento anche tre dirigenti; quelli responsabili dell’area tecnica, amministrativa e economico-finanziaria. La prassi di concedersi lunghe pause caffè e passeggiate al mercato o in piazza durante l’orario lavorativo sembra che fosse abbastanza consolidata nei corridoi degli uffici comunali del piccolo centro siciliano. Uno dei dirigenti è rimasto addirittura stupito dalla notifica di sospensione che i carabinieri gli hanno consegnato questa mattina, tanto da dichiarare: “Qui sono trent'anni che si fa così. Ognuno agisce per coscienza personale".

Infatti, i coscienziosi impiegati sono stati incastrati dai filmati delle telecamere di sorveglianza del comune, grazie ai quali i carabinieri hanno documentato circa 650 episodi di pause ingiustificate per un totale di 12.500 minuti di coscienzioso assenteismo. La ricostruzione fatta dal Gip del “sistema fraudolento e patologico” che gli impiegati avevano messo in piedi per garantirsi lo stipendio lavorando a loro discrezione è impietosa, il giudice parla di anarchia amministrativa assoluta, retta da complicità tra dipendenti e dirigenti che ha permesso di perpetrare nel tempo la truffa ai danni del comune.

La ricostruzione del magistrato non sembra per niente fantasiosa e risulta ampiamente avvalorata dal fatto che tra i destinatari del provvedimento c’è anche l'addetta al settore ”trasparenza e anticorruzione”. La dirigente è stata capace in soli due mesi di assentarsi ingiustificatamente per ben 160 volte, per lei richiesta l’interdizione per nove mesi. Attesa la decisione della Corte dei Conti che quantificherà con precisione il danno erariale che il giudice ha già definito “apprezzabile”.