Diciamolo subito: non si tratta di un serial killer. Il caso dei 14 piedi mozzati scoperti lungo le coste della regione della British Columbia in Canada a partire dal 2007 si avvia ad una soluzione. Mentre le autorità eseguono le analisi sull’ultimo reperto, rinvenuto domenica scorsa sulle spiagge dell’Isola di Gabriola, finalmente gli inquirenti hanno dato una risposta plausibile sul perché di questa sequenza di ritrovamenti, cominciata 11 anni fa e mai più interrottasi. Eppure nel corso del tempo si erano ipotizzate le spiegazioni più disparate su quei macabri resti: si erano tirati in ballo un incidente aereo del 2005 oppure lo tsunami che aveva devastato l’Oceano Indiano nel 2004; si era parlato anche di migranti gettati in mare mentre cercavano di raggiungere il Paese o di loschi omicidi legati al traffico di droga internazionale.

Le analisi sui resti dei piedi

La verità però è ben diversa: si è arrivati alla soluzione del mistero attraverso l’esame del Dna dei resti: si è scoperto che per quattro volte due piedi, ritrovati anche a distanza di un anno l’uno dall’altro, appartenevano alla stessa persona. In alcuni casi si è anche riusciti a procedere all’identificazione, come per un uomo scomparso nel 2006, due anni prima del ritrovamento delle sue scarpe con dentro i piedi mozzati; inoltre nel 2009 sono stati rinvenuti i piedi di una donna che aveva fatto perdere le proprie tracce nel 2005. Anche in questo caso erano conservati nelle scarpe. Di una vittima è stato reso pubblico anche il nome, Stanley Okumoto, il cui corpo fu scoperto nello Stato di Washington, negli Stati Uniti; le autorità archiviarono il caso come suicidio, visto che l’uomo soffriva di depressione e si era volontariamente spostato da casa guidando per 130 chilometri verso il luogo della sua morte.

La soluzione del giallo

Secondo gli inquirenti si tratterebbe quindi di persone che si sono suicidate, oppure sono morte per incidente o cause naturali. I loro corpi sarebbero finiti in acqua: la forza delle correnti avrebbe fatto il resto, martoriando i cadaveri fino a staccare gli arti. Si è scoperto che in nessuno dei casi esaminati i piedi sono stati tagliati in qualche modo, ma tutte le volte è stata l’azione naturale dell’acqua ad amputarli.

Tuttavia la spiegazione di tutti questi ritrovamenti, avvenuti a partire dal 2007, è in un dettaglio che non abbiamo considerato fino a questo momento: le scarpe che tutti questi individui indossavano, simili tra loro. Infatti negli ultimi anni sono cambiati i materiali e le tecnologie utilizzate per le calzature: si sono diffusi gel e cuscinetti d’aria nelle suole.

Queste finiture particolari, molto usate per le scarpe sportive, hanno reso le calzature molto più leggere delle precedenti e addirittura in grado di galleggiare e poter essere tranquillamente trasportate dalle correnti, nonostante il peso del piede mozzato, fino a raggiungere le coste dove sono state ritrovate.