La crisi coniugale aveva spinto un’impiegata a vivere una relazione parallela con un collega di ufficio. Con l’amante il fuoco ardente della passione non dura a lungo e la love story si interrompe bruscamente. Quelle fugaci scappatelle sembravano solo un ricordo per una donna originaria di Rimini. Quella liaison extraconiugale risaliva al 2008 e la romagnola aveva rimosso quasi del tutto quella parentesi particolare della sua vita. All’improvviso la donna si è ritrovata ad affrontare i ‘fantasmi’ del passato ed il risveglio è stato decisamente brusco.

Cinque anni dopo la fine di quella breve relazione l’impiegata è stata informarla da un amico che in rete girava un video che la riguarda. Si trattava di un filmato eloquente che mostrava la romagnola al culmine di un rapporto completo con l’amante. Per la riminese non c'erano dubbi: la performance intima era stata ripresa da quell’uomo con il quale aveva vissuto dei momenti di trasgressioni in un periodo buio del rapporto con il consorte. Per la moglie infedele è l’inizio di un incubo visto che le immagini osé sono diventate virali e sono state pubblicate da diversi siti specializzati nell’intrattenimento per adulti.

La donna costretta confessare il tradimento

A questo punto la donna ha rotto gli indugi ed ha informato il coniuge dell’accaduto prima di presentare denuncia nei confronti dello spregiudicato collega.

Quest’ultimo è finito sotto inchiesta per aver violato la privacy della riminese e per aver diffuso un filmato dai contenuti osceni. Le successive indagini sono state affidate agli uomini della polizia postale che hanno immediatamente interrogato l’uomo sull’accaduto. Il cinquantenne ha sempre negato di essere l’autore ed il protagonista del filmato a luci rosse.

Inoltre l’uomo ha affermato di non essere il responsabile della diffusione del video osé via social.

L'ex amante condannato a due anni

Nel frattempo la collega, per la vergogna, è stata costretta a cambiare pettinatura per non essere riconosciuta. Per evitare situazioni imbarazzanti la romagnola ha deciso anche di far cambiare scuola al figlio.

L’impiegata ha continuato a sostenere con fermezza che l’unico responsabile dell’accaduto non poteva che essere soltanto il collega di lavoro. Alla fine il cinquantenne è stato prima rinviato a giudizio e poi condannato a due anni di carcere, con il beneficio della sospensione della pena, per diffamazione aggravata, interferenza illecita nella vita delle persone e per aver violato la privacy della donna pubblicando il filmato osé. Parallelamente la romagnola ha avviato un contenzioso civile nei confronti dell’ex amante avanzando la richiesta di 150 mila euro a titolo di risarcimento danni.