Paolo Borrometi, scrittore e giornalista siciliano, noto alla cronaca per le sue indagini contro la mafia, il giorno 22 maggio avrebbe dovuto incontrare gli studenti dell'istituto superiore " Archimede" di Rosolini, in provincia di Siracusa, in concomitanza con l'anniversario della strage di Capaci.

Pochi giorni fa però, il preside dell'istituto ha mostrato molta titubanza nel confermare l'incontro, adducendo come "giustificazione", il pericolo che avrebbe potuto correre lo stesso giornalista, ad oggi sotto scorta, dopo che, pochi giorni prima in alcune intercettazioni della Digos, si evinceva la volontà della mafia di porre in atto un attentato contro lo stesso Borrometi, molto vigile, nelle sue inchieste, nei confronti delle cosche del sud-est Sicilia.

La reazione degli studenti

Naturalmente la reazione degli studenti e degli insegnanti è stata bipartisan: chi ha dato ragione al preside e chi invece condanna questa scelta, in quanto si zittisce una voce che oggi sta ridonando forza alla vera lotta alla mafia e alla criminalità.

Lo stesso Borrometi si dice dispiaciuto, richiamando anche un evento accaduto nella vicina Avola, quando dopo una sua conferenza in un altro istituto, le famiglie mafiose prese di mira, prima minacciarono i bidelli della scuola e poi, tramite loro avvocato, chiesero diritto di replica.

È proprio nella sua pagina Facebook che Paolo Borrometi, rivolgendosi al rappresentante d'istituto, scrive di aver appreso con amarezza e dispiacere la disdetta dell'incontro coi ragazzi e pensa che questo sia un segnale bruttissimo che lo preoccupa; dare il segnale di voler cedere alla paura è pericolosissimo e per questo avrebbe voluto spiegare le sue inchieste e discutere sulle realtà locali.

Il preside, dal canto suo, assicura invece che l'incontro è solo rimandato, avendo intenzione di proporlo durante il nuovo anno scolastico in un auditorium più confacente all'incontro stesso.

La lotta alla mafia

La lotta alla mafia, in Sicilia, annovera nomi di alto rispetto, come Fava e Impastato, che per la Sicilia hanno anche perso la vita ed è quindi brutto far intendere che per paura e timore di ritorsioni mafiose, vengano zittite le voci che invece dovrebbero avere più spazio e poter esprimere liberamente il loro parere, spiegando indagini e percorsi personali che li hanno portati ad affrontare questo enorme muro che è l'omertà.

Paolo Borrometi chiude il suo post di spiegazioni, con una frase che è giusto riportare:

«Facciamo vincere il " Noi", perchè loro, ve lo assicuro, non vinceranno mai».