Nel pomeriggio di ieri 3 maggio, verso le 17,30, una storia d'altri tempi che ha il sapore dei racconti del Verga ha sconvolto il piccolo paese di Niscemi, 28.000 abitanti circa, nel cuore della provincia siciliana di Caltanissetta.

Anche se i fatti sono ancora da accertare, pare che a scatenare la lite sia stato il movente più classico, la gelosia: il giovane, Antony Mangiapane di soli 23 anni, armato di pistola, in seguito ad una fortissima discussione con il diciannovenne Salvatore Fidone avvenuta sotto la casa di quest'ultimo, gli ha sparato 3 colpi, scappando subito dopo con l'auto.

Scattava quindi per le strade del paese una vera e propria caccia all'uomo che, in una fuga disperata, ha cercato di far perdere le proprie tracce. Alla fine, sentendo vicini gli inseguitori, ha deciso di rivolgere l'arma verso se stesso e si è suicidato, sparandosi alla testa.

Polizia e Carabinieri che erano ormai sulle sue tracce, lo hanno rintracciato poco dopo a qualche chilometro dal paese: il giovane era agonizzante nella sua auto e tutti i soccorsi si sono rivelati inutili. Il ferito, colpito fortunatamente solo ad un piede, invece subito soccorso e portato in ospedale prima ancora dell'arrivo della polizia, è ormai fuori pericolo ed è dichiarato guaribile in pochi giorni.

Gelosia, vendetta o un fraintendimento?

Le motivazioni dell'aggressione sono ora al vaglio degli inquirenti che si trovano di fronte ad un suicidio e ad un tentato omicidio: per ora, le cose rimangono poco chiare e il comportamento e le motivazioni dell'aggressore Antony Mangiapane sono un vero rompicapo. La prima versione dei fatti, immediatamente successiva all'aggressione, aveva fatto pensare ad un delitto passionale motivato da gelosia, ma poche ore dopo, il Dirigente del Commissariato di Polizia di Niscemi chiariva che le indagini andavano ormai in un'altra direzione.

Antony Mangiapane sarebbe stato innamorato di una giovane di soli 16 anni che abiterebbe vicino a Salvatore Fidone. Così, Antony avrebbe fermato per strada la moglie di Fidone, amica della sedicenne, per parlarle e chiedere che lo aiutasse nell'avvicinarsi alla ragazza e convincerla del suo amore. Saputa la cosa (o informato da qualcuno di quell'approccio per strada) Salvatore Fidone si è molto seccato del comportamento, secondo lui, troppo sfacciato e intimo del Mangiapane, in un atteggiamento ritenuto decisamente inopportuno, soprattutto perché, avvenuto davanti a tutti; l'incontro avrebbe potuto essere scambiato per altro.

Salvatore Fidone ha allora raggiunto Antony Mangiapane per rimproverargli il suo comportamento, i due hanno cominciato a bisticciare violentemente e superando ogni limite, sono passati dalle parole ai fatti. Così, Antony Mangiapane che era armato di una pistola ha perso il controllo ed ha cominciato a sparare, ma per fortuna, dei 3 colpi sparati, solo uno è andato a segno colpendo l'altro al piede. Forse ritenendo di averlo ucciso, dopo la fuga, si è sparato.

Sospetti e dubbi

Gli investigatori sono allibiti di fronte a quanto successo e in particolare rimane incomprensibile il suicidio finale di Mangiapane: pur essendo grave l'aggressione di cui era autore, Mangiapane non era un assassino e nessuno capisce il perché del suo gesto folle.

Ma forse ci sono motivazioni o fatti che ancora non si conoscono: rimane chiaro che devono essere tutelati gli interessi e soprattutto il buon nome della ragazzina, ancora minorenne, che in questa storia, pur sembrando la causa scatenante, risulta completamente innocente.

Sul piatto delle analisi per ora vengono messe tutte le informazioni che poi andranno valutate e incastrate, tra l'altro si sa che Fidone è figlio di un noto pregiudicato, mentre qualcuno insinua che forse la corteggiata fosse propria la moglie dello stesso. Rimane anche l'incognita dell'arma, una pistola 9x21, con la necessità di scoprire il perché Mangiapane girasse armato, come se sapesse che l'altro l'avrebbe cercato per chiarimenti.