Una ragazza di un liceo di Milano non ha potuto partecipare alla gita scolastica con la sua classe. Nonostante all'apparenza possa sembrare una vicenda poco significativa, in realtà ciò che ha destato clamore è la motivazione che ha costretto la studentessa a rimanere a casa. Infatti, siccome è affetta da diabete mellito di tipo 1, nessun insegnante si sarebbe assunto la responsabilità di somministrarle il farmaco salvavita in caso di emergenza.
La vicenda
Shaymaa El Meely, una studentessa di 18 anni del liceo artistico statale Brera di Milano, è stata costretta a rinunciare al suo desiderio di prendere parte ad una gita scolastica insieme alla sua classe.
La giovane nel 2012 ha scoperto di essere diabetica e, purtroppo, proprio questa patologia le ha causato una serie di problemi con l'istituto milanese.
Il nuovo medico della ragazza aveva chiesto alla Scuola di tenere sempre pronta una dose di glucagone, un medicinale salvavita da utilizzare solo nei casi d'emergenza. Purtroppo, però, il liceo ha respinto la richiesta dello specialista e, come riportato dall'Ansa, i dirigenti scolastici hanno avvisato i genitori della studentessa, affinché l'andassero a prelevare in anticipo dalle lezioni. Da quel momento, è stata allontanata dall'istituto per 12 giorni.
Al suo rientro, la diciottenne ha avuto un'altra spiacevole sorpresa: infatti le è stato comunicato che non avrebbe potuto prendere parte alla gita scolastica in Sicilia, perché nessun docente era disposto ad assumersi la responsabilità di somministrarle il suddetto farmaco se si fosse verificata una crisi ipoglicemica.
Inoltre, quando ha provato ad insistere con la docente che le aveva restituito i soldi della quota per il viaggio, costei le avrebbe detto che se avesse continuato a protestare, l'evento sarebbe stato annullato per tutta la classe.
Come si apprende da "TgCom 24", Shaymaa El Meely ha affermato di essere pienamente autosufficiente e di essere in grado di farsi l'iniezione di insulina ogni due ore, come da consuetudine per chi segue una terapia diabetica.
I genitori si rivolgono a un avvocato
La famiglia della ragazza, intenzionata ad andare fino in fondo alla vicenda, si è rivolta ad un avvocato, il quale ha dichiarato che, al momento, non ha ricevuto alcuna spiegazione scritta dal liceo artistico Brera di Milano. Inoltre il legale ha ricordato che la studentessa aveva consegnato alla scuola una documentazione completa nella quale si sottolineava la piena autonomia dell'alunna nella somministrazione dell'insulina e, al contempo, si sollevava l'istituto scolastico da qualsiasi responsabilità legata alla terapia.
La preside della scuola meneghina, invece, ha affermato che il certificato medico inviato alla segreteria era poco chiaro, aggiungendo che nessun insegnante se l'è sentita di somministrare alla ragazza il glucagone se ce ne fosse stato bisogno, soprattutto in un luogo piuttosto isolato della Sicilia.