Non è la prima volta che si verifica un episodio del genere, anche nel nostro Paese, e spesso riguarda proprio gli alimenti che sono più innocui. In questi giorni è stata ritirata dal mercato italiano e tedesco un tipo di insalata mista bio che porterebbe a rischio salmonella. Le autorità dovranno capire cosa sia realmente avvenuto durante il processo di produzione e confezionamento prima che l'insalata fosse portata sugli scaffali, pronta per la vendita.
Sintomi dopo l'assunzione dell'insalata
I lotti sono stati ritirati a causa della presenza di un ceppo di salmonella enterica ser.
Typhimurium che risulta alquanto dannoso per gli esseri umani. Ma quali sono i sintomi che potrebbero comparire in casi di assunzione di questa insalata infetta? Si potrebbe andare incontro a l'escara, una lesione della mucosa enterica che degenera progressivamente in formazione di ulcere tifose con la comparsa di emorragie intestinali. In altri casi si potrebbe andare incontro ad un ingrossamento del fegato e della milza. Sono tutti problemi per cui si potrebbe rendere altamente necessaria l'assunzione di antibiotici come ciprofloxacina, ma ovviamente è necessario contattare un medico per un controllo, effettuare le analisi adatte ed eventuale prescrizione di farmaci. Sono tutti sintomi che si ricollegano alla febbre tifoide, molto rischiosa e difficile da curare.
L'allarme lanciato dal Rasff
E' stato il sistema europeo di allerta alimentare, Rasff, a lanciare l'allarme (classificato come "serio") sui rischi di questa insalata. Il Ministero della Salute Italiano non ha ancora dato né notizia né spiegazioni in merito ai lotti contaminati: l'unica certezza è che si conosce in quali piante sia stato individuato il batterio, ovvero nella batavia rossa e verde e nelle foglie di spinaci.
Ad intervenire è stato anche il Rapid Alert System for Food and Feed, che ha giustamente precisato che la provenienza dell'insalata contaminata è proprio l'Italia, anche se non si sono rese note la marca e i lotti (inviati anche in Germania).
Pericolo allarmismi
Le autorità però consigliano di non cadere in un allarmismo inutile, anche se precisano che queste insalate sono state vendute anche in Italia, e che è passato oltre un mese prima che fossero analizzate.
Le analisi che hanno rilevato il batterio, infatti, sono state condotte l'8 maggio scorso ed è possibile che le insalate in questione siano state anche consumate dagli acquirenti ignari. Sarebbe bene evitare le insalate confezionate in busta, preferendo quelle fresche acquistate direttamente dal contadino di fiducia o comunque in un qualsiasi mercato: l'importante è che si scelga quella a chilometro 0 per precauzione.