La lunga serie di episodi che sta facendo pensare ad un ''allarme razzismo'' ha iniziato a destare l'attenzione di alcuni enti. L'Agenzia ONU per i rifugiati e il Centro Astalli, operanti nell'accoglienza, nell'integrazione e nella protezione internazionale dei rifugiati, hanno reso noto di essere alquanto dispiaciuti e preoccupati per questo fenomeno che sembra espandersi, invitando l'Italia a non sottovalutarlo.
Unhcr: 'Questa escalation di violenza è intollerabile'
L’Unhcr ha espresso una ''profonda preoccupazione per il crescente numero di aggressioni nei confronti di migranti, richiedenti asilo, rifugiati e cittadini italiani di origine straniera''.
Felipe Camargo, portavoce della delegazione per il Sud Europa, ha dichiarato che l'ente ''non può tollerare questa escalation di violenza indiscriminata'', che mostra evidenti segni di un razzismo di fondo. Per questo motivo, l'organizzazione ha rivolto un appello alla società italiana, affinché dei valori come la civiltà, l'uguaglianza, l'anti-discriminazione e l'accoglienza non vengano meno. L’Unhcr, oltre ad esprimere vicinanza alle vittime di questi attacchi, ribadisce il dovere di ''condannare qualunque aggressione di stampo razzista e xenofobo''.
Centro Astalli: 'Le istituzioni intervengano con fermezza'
Anche il Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, si dice molto preoccupato per l'aumento degli episodi razzisti e, come l'Agenzia ONU, spera che le Istituzioni ''intervengano con fermezza contro ogni forma di violenza e razzismo''.
Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro, sottolinea, inoltre, che realtà complesse come quella dell'immigrazione non possono essere sostituite da ''slogan e semplificazioni'' e nemmeno essere utilizzate per ''far leva sull’emotività dei contesti locali''. Per questo motivo, invita chi detiene un ruolo politico e istituzionale ad adottare un ''linguaggio ponderato e costruttivo'', dal momento che la sua visibilità e la sovraesposizione mediatica potrebbero generare degli 'effetti collaterali', come alimentare sentimenti negativi quali l'odio razziale o far pensare ai cittadini di essere legittimati a compiere certe azioni. ''Occorre, senza alcuna esitazione, non sottovalutare quanto sta accadendo - spiega il gesuita- e intervenire per costruire la pace sociale''.