Una tragedia inverosimile ha colpito tutta la Marina Militare Italiana, e in particolare il "Reggimento San Marco". Presso la caserma "Carlotto", alla periferia di Brindisi, in contrada "Brancasi", ieri pomeriggio nessuno si aspettava di dover vivere un vero e proprio incubo. Durante il normale servizio di ronda, il sottufficiale di Brigata e secondo capo scelto, E.C. (queste le sue iniziali), di 42 anni, si sarebbe tolto la vita in un capannone della caserma.

Il corpo senza vita ritrovato dai colleghi

Quella che sembrava un'indiscrezione si è trasformata ben presto in una notizia ufficiale.

Nella serata di ieri è arrivato il comunicato stampa ufficiale della stessa Marina Militare, che confermava l'avvenuta tragedia alla caserma brindisina sede del reparto speciale San Marco. Momenti di sgomento si sono vissuti all'interno della base pugliese. Secondo una prima ricostruzione effettuata dai Carabinieri di Brindisi, accorsi sul posto del fatto di cronaca nei momenti immediatamente successivi allo stesso, l'uomo si sarebbe tolto la vita con una pistola semiautomatica Beretta calibro 9 parabellum. L'arma in dotazione all'uomo serviva per il servizio di ronda che giornalmente si effettua sul perimetro della grande caserma. Improvvisamente l'uomo si è allontanato dai colleghi che erano con lui in servizio.

Non si sa cosa l'uomo abbia detto ai colleghi in questa circostanza. Si sarebbe recato quindi in uno dei capannoni della caserma, secondo quanto si apprende dalle fonti, un'autofficina: qui avrebbe alzato la musica a tutto volume e avrebbe fatto partire il colpo letale alla testa. Ovviamente dato il volume molto alto degli apparecchi stereofonici nessuno ha sentito il colpo dell'arma da fuoco.

Preoccupati per il suo ritardo i colleghi si sono messi in moto per cercarlo e riportarlo in servizio. Purtroppo ben presto il suo corpo è stato ritrovato esanime e in una pozza di sangue, proprio all'interno del capannone. Al momento sono sconosciuti i motivi dell'insano gesto e si indaga sul fatto.

Il biglietto d'addio

Secondo quanto si apprende dai media locali, il 42enne avrebbe lasciato un biglietto.

Sullo stesso vi sarebbe scritto un messaggio d'addio. Alla luce di quanto accaduto sembra chiaramente un gesto volontario, la situazione anche gli stessi investigatori è apparsa subito chiara e per questo il pm di turno ha deciso di non sottoporre ad autopsia il corpo del marò. La salma è stata quindi riconsegnata ai familiari per svolgere le esequie del militare.