Potrebbe essere stata una bolla d'aria a causare il crollo del viadotto Morandi a Genova, che il 14 agosto scorso causò la morte di 43 persone. Questo è quanto emerge dalle nuove ipotesi al vaglio della Procura di Genova. La corrosione dei cavi d'acciaio sarebbe avvenuta proprio per i motivi suddetti. Il difetto sarebbe emerso durante la copertura dei cavi d'acciaio del ponte con il cemento armato precompresso, materiale con cui la maggior parte del viadotto era costruito.

Ipotesi inquietante

La nuova ipotesi è sicuramente molto più inquietante delle precedenti.

Basti pensare che già nel 1981, così come si apprende da Repubblica e dall'Ansa, l'ingegner Riccardo Morandi, progettista del ponte omonimo, fece presente come tra i piloni 9 e 10 ci fossero delle lesioni trasversali. Lo stesso ravvisava che queste ultime potevano in qualche modo incidere sulla stabilità del ponte. Il crollo del 14 agosto, come si ricorderà, è avvenuto proprio in corrispondenza del pilone numero 10, il quale ha trascinato quello di fronte, causando il cedimento di oltre 200 metri di autostrada. Già qualche tempo dopo il crollo, il procuratore di Genova, Francesco Cozzi, poco prima dell'inizio delle indagini, aveva fatto presente come il moncone ovest del Morandi fosse in degrado già prima del recente disastro.

Intanto la Guardia di Finanza del capoluogo ligure, su ordine della stessa Procura, ha iniziato il sequestro di tutta la documentazione che riguarda l'infrastruttura.

Fiamme Gialle al lavoro in tutta Italia

I finanzieri in queste ore, così come si apprende sempre dalle agenzie di informazione, stanno sequestrando tutta la documentazione che potrebbe essere utile alle indagini.

Gli stessi militari stanno eseguendo le operazioni in tutta Italia, e specialmente nella sede centrale del concessionario, Autostrade per l'Italia, presso il Provveditorato alle opere Pubbliche, e presso una società del gruppo Atlantia (che a sua volta gestisce la società Autostrade): la Spea Engineering S.p.A.

Ancora nessun indagato

Intanto la Procura ricorda come non ci siano ancora iscritti nel registro degli indagati. Si dovranno aspettare i risultati delle indagini per poter stabilire eventuali responsabilità sul crollo dell'importante viadotto. Il governo punta sul concessionario, ovvero la stessa società Autostrade per l'Italia, che a detta degli uffici ministeriali avrebbe dovuto effettuare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell'infrastruttura. Sicuramente le indagini chiariranno anche questo aspetto. Intanto gli sfollati, come si è appreso nella giornata di ieri, dovranno continuare a pagare il mutuo, anche se diverse abitazioni sotto il ponte Morandi verranno abbattute per ragioni di sicurezza.