Un messaggio sospetto è stato pubblicato e condiviso sul social network Telegram, durante il quale il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi avrebbe incitato i propri fedeli a proseguire con la Jihad. Secondo le prime analisi effettuate sul documento, la registrazione sembrerebbe autentica, nonostante non sia ancora chiaro se essa sia recente o registrata in passato. A suggerire che non si tratti di un file datato, però, c'è il fatto che siano stati citati anche alcuni eventi di attualità, come le divergenze tra Stati Uniti e Turchia.

Il messaggio rivolto ai fedeli

A riferirne la diffusione è stato il Site, sito internet che ha il compito di monitorare le attività jihadiste presenti nella rete. Il messaggio segnalato ha una durata complessiva di 54 minuti ed è titolato ''Give Glad Tidings to the Patient'', tradotto dai media italiani come ''Buone notizie per i pazienti''. Nel corso dell'audio, il capo dell'Isis avrebbe fatto diverse dichiarazioni di incitamento all'azione e al terrorismo.

I frammenti riportati dalle agenzie e dai quotidiani sono diversi. The Post Internazionale (TPI) riporta la frase: ''Coloro che mantengono la fede trionferanno. L'unico modo di dar prova di questa fase è la lotta'', sottintendendo il riferimento alla guerra contro i nemici religiosi.

La Stampa cita, invece, l'invito ad ''unirsi a quelli che si sono sacrificati e che hanno condotto gli attacchi'', prevedendo un'offensiva nei confronti dei ''centri di informazione degli infedeli''.

Quest'ultima proclamazione viene trascritta anche dall'Huffington Post, che sottolinea l'intenzione di Al-Baghdadi di colpire ''i media dei miscredenti e i quartier generali delle loro guerre ideologiche''.

Il Corriere della Sera riporta anche: ''La vittoria non è nella conquista dei territori, ma nelle forza dei nostri soldati''. Dichiarazione questa che il Califfo avrebbe pronunciato per giustificare le sconfitte in Iraq e in Siria.

Il rapporto ONU e le notizie della presunta morte

A proposito di Siria ed Iraq, gli ultimi rapporti redatti dall'ONU stimano che in quello stesso territorio vi siano ancora alcune migliaia di soldati dell'Isis.

Di conseguenza, il rischio di terrorismo non pare essere del tutto debellato, nonostante le misure di sicurezza intraprese in Occidente facciano da argine al pericolo.

Inoltre, poche settimane fa, i media iracheni sostenevano l'ipotesi che Al-Baghdadi fosse morto, così come il ministro della Difesa russo, il quale spiegava come, probabilmente, il Califfo fosse rimasto ucciso durante un attacco aereo avvenuto alla fine di maggio. Tuttavia, non si dispone di una certezza assoluta in merito, e non sarebbe neppure la prima volta in cui le voci sulla sua presunta morte vengono smentite. A fare chiarezza saranno le indagini, che sono tutt'ora operanti sul caso dell'audio sopracitato.