Dopo essere salito sul terrazzino della caserma della Banca d'Italia di Roma, un carabiniere si è steso per terra e - un po' come come Bradley Cooper in American Sniper - ha puntato la sua carabina ad aria compressa contro il bersaglio prescelto (un piccione), ha preso la mira, ha premuto il grilletto e lo ha colpito senza lasciargli scampo. La bravata - se così la si vuole chiamare - potrebbe però costargli molto cara perché, dal palazzo di fronte, una donna ha visto tutta la scena e l'ha denunciato; adesso il militare è stato iscritto nel registro degli indagati e dovrà rispondere di maltrattamento di animali.

Tiro al piccione

La vicenda, riportata oggi da diversi quotidiani, è accaduta lo scorso 15 giugno presso il presidio dei carabinieri ospitato nella succursale della Banca d’Italia di via dei Mille (non lontano dalla stazione Termini di Roma). Pochi minuti dopo le 19, una donna - mentre era sul bancone della sua abitazione, proprio di fronte alla caserma - ha assistito ad una scena piuttosto particolare e si è ritrovata suo malgrado nel ruolo di testimone oculare di un omicidio. Come ha raccontato alle forze dell'ordine, infatti, ha visto un carabiniere, con una carabina ad aria compressa tra le mani, rivolgere l'arma verso il basso. In un primo momento, ha ammesso, non aveva ben capito quello che stava accadendo, ma quando il colpo è stato esploso tutto le è parso più chiaro.

Il militare, si era messo in posizione per sparare ad un piccione (che, secondo gli inquirenti, sarebbe morto immediatamente).

La donna, sconvolta, è corsa subito a denunciare l'accaduto e sono scattate le indagini di rito, coordinate dal pm Carlo Villani. Dall'inchiesta, che si è conclusa in questi giorni, è emerso che il militare, un appuntato dell’Arma, avrebbe aperto il fuoco prima di entrare in servizio utilizzando non l'arma di ordinanza, ma una sua carabina regolarmente detenuta.

Il carabiniere, sottoposto a procedimento disciplinare, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamento di animali.

Il reato di maltrattamento di animali

Il carabiniere romano potrebbe ritrovarsi in una situazione molto difficile. Il reato di maltrattamento di animali, nel nostro Paese, è disciplinato nello specifico dall'art.

544-ter del c.p. e prevede la reclusione da 3 a 18 mesi o una multa che può variare dai 5.000 ai 30.000 euro. Nel caso in cui si verifichi la morte dell'animale le pene previste sono aumentate della metà.

Per la legge, sono imputabili tutti coloro che, per crudeltà o comunque senza necessità si rendano autori di "lesioni" o di "sevizie" nei confronti non solo di cani o gatti, ma di un qualsiasi animale (inteso come essere vivente capace di provare sentimenti ed emozioni). Le lesioni non devono per forza essere fisiche, ma possono essere - come ci ha insegnato la giurisprudenza degli ultimi anni - anche comportamentali o ambientali.