Un’aggressione brutale, avvenuta all’una di notte circa, in una zona periferica di Firenze. Gli uomini della squadra mobile sono alla ricerca del bruto che ha prima picchiato e poi stuprato una giovane di 21 anni, di origini mongole, giunta in città per motivi di studio. L’episodio è avvenuto nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 in via di Varlungo, nei pressi del viadotto Marco Polo nella parte più a sud della città: c’è il fondato timore che l’assalitore possa aver colpito anche in passato nello stesso luogo. La ragazza, in quel momento, si trovava da sola e si stava dirigendo verso casa di un’amica, quando lo stupratore è improvvisamente entrato in azione: secondo il racconto della vittima, lo sconosciuto l’avrebbe avvicinata mentre stava percorrendo una rampa pedonale del viadotto, piuttosto isolata.

La dinamica dell’aggressione: malmenata e poi stuprata da uno sconosciuto

La 21enne ha descritto ai poliziotti quegli orribili momenti: l’aggressore che prima la strattona, poi inizia a colpirla con calci e pugni. Quando la ragazza cade a terra viene presa per i capelli e trascinata per alcuni metri lungo la passerella pedonale, finché non viene lasciata inerme in un angolo. Ed è proprio in quel punto che avviene la brutale violenza: minuti da incubo che sembrano non finire mai.

L’uomo, subito dopo aver abusato della giovane, fugge lontano dalla sua vittima, che però ha la forza di prendere il telefonino e chiamare subito il numero di emergenza della polizia. Gli agenti la trovano in lacrime e sotto choc e la portano all’ospedale di Ponte a Niccheri.

Il personale medico che le presta le prime cure non può far altro che constatare l’avvenuta violenza e curare le lesioni riportate dalla studentessa su tutto il corpo, che dovrebbero guarire in 15 giorni.

Il precedente che fa sospettare l’esistenza di un maniaco seriale

Nel frattempo sono cominciate le indagini, svolte dalla squadra mobile di Firenze: come spesso accade in queste vicende così delicate, le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo e lasciano filtrare pochi particolari sul loro operato.

Data l’assenza di testimoni, gli inquirenti sperano di trovare qualche elemento utile visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, che potrebbero aver ripreso il responsabile dell’aggressione.

C’è il fondato timore che l’autore delle violenze possa essere recidivo: infatti lo scorso 23 giugno un’altra asiatica, questa volta una donna di origini giapponesi di 36 anni, è stata sorpresa ed aggredita più o meno nello stesso punto, sempre nei pressi del viadotto del Varlungo, mentre faceva jogging alle cinque di mattina. I particolari comuni ai due episodi sono troppi per non pensare ad un maniaco seriale, ma è ancora presto per giungere a qualsiasi conclusione.