Continua a far discutere la vicenda del presunto stupro ai danni di una quindicenne su una spiaggia di Jesolo. L'accusa della violenza ai danni della ragazza è caduta su un senegalese, tale Mohamed Gueye (25 anni) adesso in carcere in quel di Venezia. L'uomo ha ammesso di aver fatto sesso con la giovane, ma sostiene che lei al momento del rapporto fosse consenziente, dunque secondo il suo parere verrebbe a mancare il capo principale d'accusa, la costrizione che avrebbe portato alla violenza. Una versione che, però, non sarebbe condivisa dagli inquirenti che nei confronti del giovane africano avrebbero prove inequivocabili.

Il caso è ovviamente destinato a scatenare polemiche, ma i recenti risvolti sono assolutamente inattesi dopo quanto postato su Facebook da un poliziotto, nonché esponente sindacale della categoria.

Maistro su Facebook: 'Una storia vecchia come il mondo'

Mauro Maistro, segretario del sindacato di polizia di Rovigo, ha detto la propria sul caso attraverso un post su Facebook che ha già scatenato un vespaio di polemiche. Come accade sempre in questi casi e sempre più spesso in Italia, pareri estremisti finiscono per trovare il favore di molte persone. Dunque c'è chi pensa che la giovane di Jesolo abbia 'meritato la violenza'. 'Il Gazzettino' ha riportato le parole di Maistro. 'Pensano di rimediare una canna facendo dei 'servizi' agli spacciatori e poi piangono perchè le stuprano': questa l'esternazione del Segretario del sindacato della polizia di Rovigo.

Una frase molto dura, quasi un atto d'accusa nei riguardi di chi, al contrario, potrebbe aver trovato semplicemente il coraggio di denunciare una violenza. Maistro ha voluto concludere il post con un ultimo commento, abbastanza fuori luogo come tutto il resto: 'Una storia vecchia come il mondo'.

La risposta di Selvaggia Lucarelli

Il post pubblicato su Facebook ha trovato la pronta risposta della giornalista Selvaggia Lucarelli. Nel lungo messaggio, l'opinionista ha innanzitutto voluto ricordare le generalità del signor Maistro, precisando che si trova a capo della segreteria della polizia di Rovigo, dunque in un posizione pubblica di rilievo.

Ma la stoccata diretta della Lucarelli arriva quando nel post scrive: 'i poliziotti si vergognerebbero di un collega cosi'. Attacco certamente rivolto anche ai colleghi che hanno visto il post pubblico sulla pagina Facebook e non sono intervenuti per redarguirlo o condannarne il contenuto. 'Cosi passa che se vai a denunciare un stupro sei una drogata o una mitomane', ha evidenziato la Lucarelli. La giornalista ha inoltre citato altri post dell'esponente sindacale riguardanti argomenti spinosi come l'opinione sulla Boldrini, su Stefano Cucchi, sui migranti o su altri casi di ragazzine violentate.