Giunge al capolinea la bruttissima vicenda di Lanciano, in provincia di Chieti. Poco fa è stato, infatti, rintracciato il quarto autore della rapina ai danni dei coniugi Martelli, massacrati di botte qualche pomeriggio fa durante il colpo nella loro villa. Si tratta del capo della banda, un 26enne, anche lui rumeno come le tre persone già arrestate. Nelle scorse ore si era diffusa la notizia, poi rivelatasi falsa, che la quarta persona fosse un italiano di origini pugliesi. Questo poiché sia i coniugi Martelli, che diverse persone vittime anch'esse di furti nella zona, avevano informato gli investigatori di come uno dei banditi avesse un accento pugliese.
La smentita è arrivata questa mattina dal dirigente dello Sco, Alfredo Fabbroncini, durante una conferenza stampa in Procura nella stessa Lanciano.
Il capo banda si trovava a Caserta
A tradire il 26enne è stato il tentativo di vendere un orologio rubato nella villa della coppia rapinata. Il soggetto ha tentato infatti di mettersi in contatto con alcuni ricettatori della zona di Caserta, dove poi è stato fermato. Probabilmente il denaro ricavato dall'eventuale vendita dell'oggetto doveva servire al ragazzo per poter proseguire la sua fuga. La mossa gli è stata però fatale. Gli investigatori lo hanno rintracciato e arrestato. Dovrà rispondere anche lui, così come le altre tre persone arrestate, di rapina aggravata, lesioni gravissime e sequestro di persona.
Come si ricorderà, mentre i coniugi Martelli erano in casa, i quattro rapinatori piombarono all'interno dell'abitazione, cercando la cassaforte e chiedendo dove questa fosse situata. La coppia informò i banditi che non avevano mai avuto una cassaforte. Per tutta risposta, gli aguzzini torturarono fino all'inverosimile i due coniugi.
Alla moglie dell'ingegner Carlo Martelli, Niva Bazzan, gli aguzzini staccarono un pezzo del lobo dell'orecchio.
Banda responsabile di diversi colpi nella zona
Gli investigatori già da tempo monitoravano i movimenti del sodalizio criminale. La loro potente Golf, di colore blu, grazie al gps, si è scoperto essere stata ferma davanti alla villa della coppia per tutta la durata della rapina.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili di almeno sei furti nelle ultime settimane nel lancianese e, in più, si sta tentando di capire se gli stessi rapinatori siano gli autori delle altre tre rapine in villa avvenuta in zona nell'ultimo anno. Il monitoraggio costante ha permesso di rintracciare subito gli autori della follia dal tipo Arancia Meccanica, prima che questi tentassero di fuggire, facendo perdere le proprie tracce. I ragazzi, che hanno tutti un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, di giorno lavoravano come muratori, mentre di notte mettevano a segno le rapine. Ora si attende il fermo definitivo dei primi tre indagati e, quindi, anche del quarto soggetto appena preso: lo stesso sarà emesso dal gip nella giornata di sabato prossimo, 29 settembre.
Uno dei rapinatori rintracciato grazie al sistema Sari
La modalità di cattura di uno dei tre componenti è avvenuta, inoltre, grazie ad un sistema tecnologicamente avanzato. Si tratta infatti del sistema Sari che permette di riconoscere i volti. Una delle telecamere del piccolo centro abruzzese ha, infatti, ripreso il mento e il volto di uno dei rapinatori. Osservando migliaia di frame derivanti da circa trenta telecamere, gli inquirenti hanno individuato uno dei componenti della banda e ricostruito il suo volto. Sono bastati poco meno di quattro giorni per chiudere un caso che ha sconvolto l'Italia.