È finita davvero male l'avventura piccante di un 42enne di Resana (piccolo comune in provincia di Treviso) che, la scorsa notte, ha deciso di appartarsi con una giovane prostituta. La coppia, per consumare il loro rapporto, aveva raggiunto, in auto, il cimitero maggiore di Padova, ma proprio mentre erano occupati nella loro performance a luci rosse, sono stati pizzicati da una pattuglia di carabinieri impegnata in un normale controllo sul territorio e sanzionati con una super multa: 10 mila euro a testa. La notizia, che ai più maliziosi ha strappato un sorriso, è stata resa nota da diversi quotidiani veneti.

Serata piccante

Il parcheggio di un cimitero, proprio di fronte a tombe e loculi, non è il posto più adatto per vivere una serata di passione. Eppure, proprio in un anfratto buio, confidando probabilmente dell'assoluta tranquillità del luogo e nell'ora tardi, un quarantenne ha scelto di consumare un rapporto occasionale con una squillo 24enne di nazionalità rumena. "Chi mai ci potrà vedere?" dovranno aver pensato. Ed, invece, i loro piani non sono andati come sperato. Ad un certo punto, infatti, sono stati interrotti dai carabinieri che hanno bussato al finestrino della loro automobile e li hanno trovati completamenti nudi, in atteggiamenti che davano poco spazio all'interpretazione ed alla fantasia.

Così, gli agenti, dopo averli identificati, altro non hanno potuto fare che compilare il verbale e comminare alla coppia una multa di 20 mila euro: 10 mila per il cliente e 10 mila per prostituta.

La depenalizzazione del reato di atti osceni in luogo pubblico

La multa elevata al trevigiano ed alla sua accompagnatrice potrà sembrare decisamente elevata, però i carabinieri hanno semplicemente applicato la normativa vigente.

La sanzione pecunaria, infatti, deriva dalla depenalizzazione del reato di "atti osceni in luogo pubblico". La depenalizzazione è avvenuta, grazie al decreto legislativo del 15 gennaio 2016, emanato durante il governo Renzi. Il provvedimento, che consente di evitare di comparire davanti a un giudice, ha riscritto l'art. 527 del codice penale che considerava reato il "compimento di atti osceni - ossia contrari al pudore - in luogo pubblico" e disponeva per i colpevoli la reclusione da 3 mesi a 3 anni.

Oggi, invece chi compie atti osceni in luogo pubblico (o comunque in luogo aperto o esposto al pubblico) è soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria che va dai 5.000 ai 30.000 euro.