A pochi giorni dal prestigioso argento mondiale conquistato dalla nazionale femminile, una notizia sconvolge il mondo del volley. Sara Anzanello è morta, ha perso la sua partita più difficile iniziata nel 2013, quando una gravissima forma di epatite l'aveva costretta ad un trapianto di fegato. L'ex giocatrice, campionessa mondiale nel 2002, non si era arresa alla malattia. Aveva infatti affrontato una lunga terapia riabilitativa tornando anche a giocare in Serie B.

Uccisa da un tumore al sistema linfatico

Era il 14 marzo del 2013, in quel periodo la centrale di San Donà di Piave militava nel campionato azero tra le file dell'Azarreyl Voleybol Klubu.

Venne ricoverata d'urgenza a Milano e fu sottoposta ad un trapianto di fegato a causa di un'epatite fulminante. Non si era arresa alla sfortuna e sembrava aver superato il problema, ma alla fine è stata uccisa da un tumore al sistema linfatico che aveva iniziato a manifestarsi soltanto pochi mesi addietro ed è morta all'età di 38 anni.

La carriera di Sara

Con la Nazionale ha vinto tutto ad iniziare dal citato titolo iridato conquistato nel 2002. Ma con i colori azzurri erano arrivate anche due Coppe del Mondo, nel 2007 e 2011, due secondi posti al World GP ed uno ai campionati europei. Al World GP del 2006 venne riconosciuta come 'Miglior Muro'. Complessivamente con la Nazionale maggiore ha giocato la bellezza di 278 gare.

Ma la sua è stata una grande carriera anche a livello di club. L'Aystel Volley Novara è la squadra dove ha militato più stagioni e con la quale ha conquistato la promozione nella massima serie nel 2001 ed ha vinto due Coppe Italia ed altrettante Coppe CEV. Poi, dopo la parentesi con il Villa Cortese, il trasferimento in Azerbaigian e la malattia che l'aveva costretta a lasciare l'attività.

Come già detto, dopo il trapianto di fegato aveva affrontato tutte le terapie del caso ed era riuscita a tornare in campo: nel 2015 si era accasata all'Agil Novara, in Serie B1, giocando nel ruolo inedito per lei di opposto e ritirandosi definitivamente al termine della stagione 2015/2016.

Il tifo per le azzurre

In questi giorni si trovava all'ospedale Niguarda a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute.

Qui aveva seguito con ansia le evoluzioni delle sue 'eredi' ai campionati mondiali in Giappone, sperando che Paola Egonu e compagne riuscissero a portare a casa il titolo mondiale esattamente come aveva fatto lei 16 anni fa.

Il 21 ottobre, dal suo account Twitter, la sua ultima foto con la prima pagina della Gazzetta dello Sport che celebrava l'argento dell'Italia. Le azzurre di coach Mazzanti non erano riuscite a vincere il Mondiale, ma il secondi posto è comunque strameritato come aveva commentato la stessa Sara. Sul suo profilo Facebook sono state invece pubblicate postume le sue ultime parole, una lunga lettera in cui manifesta di non essersi mai arresa ed esprime la sua volontà di vivere: "Ho paura perché voglio vivere - aveva scritto Sara - e perché non sai mai quante e quali sfide ti vengono poste davanti, difficilmente si è sempre pronti. Io sono qui per lottare, mai mollare e crederci sempre come ho fatto in tutta la mia vita".