Una ragazza di 17 anni di Albano, in provincia di Roma, ha denunciato i propri genitori per maltrattamenti e segregazioni causati dal fatto di essere lesbica. La famiglia non avrebbe accettato l'omossessualità della ragazza e per dissuaderla avrebbero preso provvedimenti durissimi come le percossee e la reclusione in casa.
La violenza sarebbe iniziata lo scorso anno quando la giovane avrebbe confessato alla madre e al padre di essersi innamorata. I genitori avrebbero a quel punto letto di nascosto le conversazioni su whatsapp tra la figlia e una coetanea, scoprendo di fatto la relazione omosessuale.
Un rapporto che i genitori avrebbero osteggiato in tutti modi fino a chiudere la diciassettenne a chiave in casa per impedirle di frequentare la propria ragazza.
La giovane avrebbe quindi preso la decisione di denunciare la madre e il padre alle autorità, ma la situazione non sarebbe stata considerata in tutta la sua gravità e dopo alcuni giorni, la ragazza sarebbe stata affidata ai propri genitori.
Una app contro le discriminazioni
La diciassettenne si sarebbe poi iscritta a Speakly una app da installare sul cellulare, che permette di mettersi in contatto diretto con i volontari del Gay Center in maniera anonima. A questo canale di comunicazione ogni anno si rivolgono circa 20 mila persone, alcune delle quali in situazioni molto gravi di emarginazione e violenza.
I volontari che rispondono, seguono un protocollo che consiste nel chiedere all'interlocutore se abbia mai presentato denuncia per le discriminazioni e i maltrattamenti subiti. In questo caso, la 17enne avrebbe risposto di aver già presentato denuncia, di non aver avuto seguito e di essere stata addirittura riportata a casa dai genitori.
Per questo motivo sarebbe stato attivato l'Oscard, l'Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni.
Le Forze dell'Ordine sarebbero nuovamente intervenute, portando la ragazza in una struttura protetta per minori dove avrebbe potuto riprendere gli studi interrotti all'inizio di questa penosa vicenda. La procura di Velletri ha aperto un 'indagine e ha iscritto la madre della diciassettenne sul registro degli indagati con le accuse di maltrattamenti familiari e sequestro di persona.
La vicenda della ragazza è stata resa nota dal portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo che ha sottolineato il clima di terrore in cui la ragazza era costretta a vivere soltanto a causa del proprio orientamento sessuale e ha auspicato l'attivazione in tempi brevi di una legge contro l'omofobia.