Il Ris di Cagliari effettuerà accertamenti irripetibili su alcuni oggetti repertati nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Manuel Careddu. Il 18enne di Macomer (Nuoro) è stato ucciso lo scorso 11 settembre. Con l'accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere sono in carcere cinque ragazzi e un sesto, entrato nel fuoco investigativo qualche giorno dopo i primi fermi, è accusato della distruzione del corpo.
Il 10 ottobre scorso sono stati arrestati i 20enni Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta, e i 17enni C.N e G.C. Tredici giorni più tardi, il 23 ottobre, l'arresto del 21enne Nicola Caboni, ritenuto dagli inquirenti il sesto uomo su cui il branco di giovanissimi avrebbe fatto affidamento per nascondere il cadavere.
Accertamenti irripetibili il 19 novembre
Gli esami irripetibili affidati al Ris di Cagliari sono stati fissati per lunedì 19 novembre. Si inizierà alle ore 15, quando nella sede di piazza San Bartolomeo gli esperti avvieranno l'analisi degli oggetti che potrebbero dare una risposta ad alcuni interrogativi sulla dinamica dell'omicidio Careddu.
In particolare, saranno esaminati il piccone, presunta arma del delitto, dei guanti in lattice ritrovati sulla scena del crimine, un coltello (che potrebbe essere stato usato per tagliare gli indumenti della vittima) e un pezzo di corda (quest'ultima da comparare con quella trovata nell'abitazione di uno dei sei indagati).
Si tratta di accertamenti fondamentali per dare un volto a chi ha materialmente eseguito l'omicidio.
La posizione degli arrestati risulterebbe in parte chiarita dalle intercettazioni cristallizzate grazie alla microspia presente a bordo dell'auto del padre di Fodde. Restano, però, ancora diversi punti da chiarire e proprio su questi interverrà il lavoro dei carabinieri del Ris.
L'autopsia sul corpo di Manuel Careddu, eseguita dal medico legale Roberto Testi, aveva dato una prima risposta sulla causa del decesso, che sarebbe avvenuto per un politrauma cranico.
I periti del Ris, che avranno 60 giorni per depositare le perizie, hanno giurato davanti al procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso, e al sostituto procuratore del Tribunale per i minorenni Maria Chiara Manganiello.
Questa delicatissima fase riguarderà proprio la messa a fuoco del ruolo di ognuno degli indagati, attraverso l'analisi di impronte digitali o altre tracce biologiche (anche sull'autovettura utilizzata dal gruppo per recarsi sulle rive del lago Omodeo, luogo del delitto).