Non è stato ancora sentito presso la Procura dei minori il ragazzino che avrebbe utilizzato lo spray urticante che ha provocato la strage nella discoteca di Corinaldo, avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 dicembre. Gli inquirenti lo avrebbero individuato e identificato.

La marea umana stipata in una delle tre sale del locale - l'unica aperta quella notte pur avendo una capienza di "soli" 469 posti - in attesa del concerto di Sfera Ebbasta, è stata travolta dal panico. La folla ha cominciato a fuggire cercando salvezza verso l'esterno, ma in seguito al crollo di una balaustra di un ponticello che collegava la discoteca al piazzale del parcheggio, le persone sono precipitate l'una sull'altra in un fossato.

Chi è rimasto schiacciato è morto: cinque minorenni e una mamma di quattro figli. Restano in pericolo di vita sette dei numerosi feriti, tutti minori.

Strage in discoteca, individuato il giovane che avrebbe usato lo spray urticante

Ieri i carabinieri hanno trovato all'interno del locale una bomboletta contenente del gas urticante che è stata sequestrata. L'oggetto è attualmente all'esame degli investigatori, ma al momento non vi è la certezza che sia stato proprio questo a provocare il panico nella discoteca marchigiana, con tragiche conseguenze. Nelle scorse ore, sui social network, aveva iniziato a circolare la foto di un ragazzo presente nel locale che, tra la folla, indossava una mascherina e un cappellino con visiera.

Un appello diceva: "Fate girare il più possibile. Se qualcuno lo riconosce deve parlare".

Non è detto che si tratti dello stesso minore che i carabinieri avrebbero individuato e identificato. Molti avevano parlato di un ragazzo incappucciato che si era messo a ballare su un cubo e che aveva spruzzato qualcosa. Gli investigatori sono arrivati al minore ascoltando le testimonianze di decine di ragazzini e anche ricorrendo a foto e video.

Le indagini risultano piuttosto complesse anche perché la discoteca non dispone di telecamere di sorveglianza né all'interno né all'esterno. Sul nome del ragazzino identificato vige il segreto istruttorio. Al momento si sa soltanto che risiede nella provincia di Ancona e che, se fossero accertate le sue responsabilità, potrebbe essere accusato di omicidio preterintenzionale.

Ancora ignoti i motivi del gesto: assurdo gioco, o un piano per seminare il panico e commettere qualche furto? I carabinieri rimangono cauti e continuano a fare accertamenti su diverse persone, mentre oggi ascolteranno molti altri ragazzini. Gli inquirenti, intanto, hanno invitato tutti coloro che sono in possesso di video o foto che potrebbero risultare utili alle indagini a consegnarli alle forze dell'ordine.

Strage in discoteca: la "moda" dello spray al peperoncino

Sembra che spruzzare spray urticante sia diventata, nel migliore dei casi, una sciocca moda tra i giovanissimi, una sorta di "rito" da praticare in occasione di eventi affollati, concerti. Di facile reperibilità e di basso costo, lo spray al peperoncino, concepito per difendersi da aggressioni o molestie, può essere acquistato in farmacia, nelle tabaccherie e supermercati, ma anche online, a partire dai 16 anni.

Provoca un fortissimo bruciore a occhi e mucose e problemi respiratori, con effetti che vanno da pochi minuti a mezz'ora. Sono legali solo le bombolette che contengono il principio attivo, la capsaicina, in concentrazioni specifiche e con gittata non superiore ai tre metri.

Possibile che da dispositivo di legittima difesa stia diventando un'arma di "offesa" con intenti non chiari? La cronaca registra che è stato già usato in in live recenti di rapper quali Ghali, Gué Pequeno, Achille Lauro e anche Sfera Ebbasta, fino alla tragedia di Corinaldo, con esiti criminali e tragici.

Strage in discoteca, locale con "precedenti"

Si indaga su chi abbia spruzzato lo spray, ma anche sulla sicurezza e sul sovraffollamento del locale.

Finora è emerso che sono stati venduti 1.400 biglietti, mentre la discoteca poteva contenere al massimo 870 persone. Marco Cecchini, uno dei tre gestori del locale, si è difeso in un'intervista su "QN", sostenendo che non ci fossero più di 800 persone, e che in passato ce ne sarebbero state molte di più. L'uomo ha aggiunto di sentirsi nel mirino e di essere stato minacciato di morte.

La Lanterna Azzurra era stata chiusa per irregolarità su impianto elettrico e sicurezza. L'anno scorso, dopo un'ispezione della Finanza, era emerso che su 31 dipendenti, 23 erano in nero e uno degli altri gestori, Alberto Micci, aveva ricevuto una maxi multa.