Mattia Mingarelli, agente di commercio originario di Albavilla (Como), non si trova. E, a poco più di due settimane dalla sua scomparsa in Valmalenco, la Prefettura di Sondrio ha deciso di sospendere le ricerche (portate avanti, finora, da forze dell'ordine e volontari). Continuano, invece, le indagini.

Al momento gli inquirenti propendono per una disgrazia (anche se questa ipotesi non ha ancora avuto riscontri), ma non escludono altre piste. Famigliari ed amici, angosciati, non credono che il giovane possa essersi suicidato o allontanato volontariamente.

Ricerche sospese

Dopo il vertice in Prefettura tenutosi nella giornata di venerdì 21 dicembre, il procuratore capo della Repubblica di Sondrio, Claudio Gittardi, ha annunciato la sospensione delle ricerche. Forze dell'ordine e volontari, dunque, almeno per il momento non cercheranno più Mattia Mingarelli, il trentenne scomparso nel nulla lo scorso 7 dicembre. Il ragazzo era arrivato a Chiese in Valmalenco per trascorrere qualche giorno di vacanza nella baita di proprietà dei genitori. Dopo pranzo, aveva fatto un'escursione - in compagnia dell'inseparabile cane Dante - per quei sentieri che ben conosceva e che tanto amava, ma non era più rientrato.

Il giorno seguente, i genitori di Mattia avevano denunciato la scomparsa del trentaduenne e le ricerche erano subito iniziate, ma non si è mai arrivati a nulla.

Gli uomini del soccorso alpino e della Scuola alpina della Guardia di Finanza avevano battuto in lungo e largo, con i volontari della Protezione civile, i boschi ed i sentieri in località San Giuseppe. Erano stati impiegati anche elicotteri, droni e cani molecolari. Nei giorni scorsi, inoltre, i vigili del fuoco avevano ispezionato alcuni dirupi della zona, mentre i carabinieri subacquei di Genova avevano scandagliato i fondali delle gelide acque del lago Palù ( a quasi duemila metri di quota) e la diga di Campomoro.

Le indagini continuano

Mattia non si trova e, nonostante la decisione presa in Prefettura di interrompere le ricerche, le indagini continuano. Gli investigatori non si sbilanciano e non escludono alcuna pista. Il giovane potrebbe essere stato vittima di un tragico incidente, ma anche vittima di un atto delittuoso. Famigliari ed amici, che in queste settimane hanno lanciato appelli disperati, sono arrivati a pensare che Mattia sia stato preso da qualcuno.

Gli uomini della sezione investigazioni scientifiche (del reparto operativo di Milano) hanno messo sotto sequestro l'Audi del giovane, la baita della famiglia e il rifugio Ai Barchi. Inoltre, stanno tutt'ora analizzando il contenuto dello smartphone ed il traffico telefonico della zona sperando di trovare qualche elemento utile all'indagine.

Giorgio Del Zoppo, gestore del rifugio Ai Barchi, ha consegnato agli inquirenti il cellulare di Mattia (dicendo di averlo trovato nella neve) e ha spiegato di aver trascorso - il giorno della scomparsa - qualche ora con lui: ha puntualizzato che non erano amici, ma che, comunque, quella sera si erano intrattenuti per un paio d'ore davanti a due calici di vino.